Giovedì 18 Aprile 2024

Veronesi: "Eutanasia? Molti la fanno già in Italia, è un movimento sott'acqua"

L'oncologo ha parlato all'Università Statale in occasione di un convegno ai 20 anni dello Ieo: "Ai malati terminali che soffrono di dolori violentissimi viene negata. E Monicelli si è buttato dalla finestra. E' civiltà questa?"

Umberto Veronesi (Lapresse)

Umberto Veronesi (Lapresse)

Milano, 24 novembre 2014 - "Al malato terminale che negli ultimi giorni di vita con dolori violentissimi chiede l'iniezione per morire serenamente, gli viene negata. Se il medico la fa puo' essere accusato di omicidio, ma molti la fanno, e' un movimento sott'acqua che lavora in maniera clandestina". Cosi' l'oncologo Umberto Veronesi, nel corso di una conferenza stampa al convegno 'Uniti per i pazienti', parla dell'eutanasia nel nostro Paese in coincidenza con i 20 anni dello Ieo, l'Istituto europeo per l'oncologia da lui fondato. Veronesi ha poi aggiunto: "Tutti parlano di una soluzione ma al povero Monicelli, che aveva chiesto ripetutamente in ospedale una puntura letale per un trapasso dolce, e' stata negata e si e' buttato dalla finestra. Questa e' civltà?. Oggi la magistratura riesce a correggere ciò che il legislatore ha malamente costruito - aggiunge - ma non sempre ci riesce.

Alla domanda su quale modello proponga, l'oncologo ha quindi risposto: "Ho vissuto molto bene l'esperienza olandese favorevole a far terminare la vita con un momento indolore. Naturalmente l' eutanasia deve essere volontaria". Inoltre "in Olanda la legge non e' superficiale ma molto severa, il suicidio assistito e' punito e l' eutanasia e' una deroga che si ha di fronte a un malato con buone condizioni di facolta' mentali in fin di vita con forti dolori, che chiede ripetutamente l'iniezione". E "viene concessa, eventualmente, dopo la riunione di tre esperti". Veronesi ha infine spiegato che in Olanda "ci sono diecimila persone che ogni anno la chiedono e solo tremila che riescono perche' le procedure sono impegnative e spesso i malati muoiono prima". "Ogni persona ha diritto di autodeterminarsi", ha concluso l'oncologo.

IL CONVEGNO - La medicina non deve considerare il paziente come una macchina da riparare, perche' la malattia non e' solo un 'guasto' fisico ma e' un'esperienza mentale che spesso varca i confini dell'individuo stesso per raggiungere le persone care. Questo il messaggio lanciato nel corso del convegno 'Uniti per i pazienti', svoltosi oggi pomeriggio all'Universita' Statale di Milano per celebrare i 90 anni dell'ateneo e i 20 dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo). Durante il suo intervento il fondatore dello Ieo, Umberto Veronesi, ha sottolineato che "la frenetica attivita' di ricerca e innovazione ha fatto trascurare il destinatario ultimo dei nostri sforzi: la persona ammalata".

Dunque "dobbiamo entrare in una fase nuova: la medicina della persona". Insomma, secondo l'oncologo, "il medico del futuro dovra' conoscere quanto piu' possibile di chi gli sta di fronte; non solo le connotazioni della sua malattia, ma la percezione, l'elaborazione mentale e la memorizzazione della malattia stessa". La giornata ha avuto il suo momento 'simbolico' nella presentazione di un 'Patto' siglato tra il rettore della Statale, Gianluca Vago, e un paziente. "Con questo Patto - ha detto Vago - la nostra Universita' si impegna a porre le persone malate, nella loro interezza e autonomia, al centro dei programmi di formazione di tutti gli operatori sanitari".

Per il rettore "la capacita' di ascolto" e "di relazione con il paziente" non puo' piu' "essere affidata solo alla disponibilita'" di alcuni operatori della sanita' ma "deve farsi competenza del profilo professionale di chi, a diverso livello, partecipa al processo di cura". Da parte sua il governatore lombardo Roberto Maroni ha sottolineato: "Sono particolarmente contento di essere qui, oggi, per l'anniversario di due Istituzioni non solo di Milano e della Lombardia, ma dell'Italia e dell'Europa". Il presidente della Regione ha poi ricordato che la Lombardia sta procedendo a una riorganizzazione" del "sistema socio-sanitario per renderlo ancora piu' efficiente". Maroni, quindi, ha concluso: "Grazie al professor Veronesi, che ha guidato il gruppo di lavoro di esperti, abbiamo scritto il Libro Bianco ed entro Natale portera' in Giunta per l'approvazione la legge regionale di riforma del sistema socio-sanitario lombardo".

LO STRISCIONE - Sopra l'ingresso principale della Statale è stato nel frattempo appeso uno striscione contro il presidente della Regione, mentre parlava all'interno. Lo striscione, firmato "Statale Solidale", faceva riferimento agli sgomberi effettuati negli scorsi giorni in alloggi popolari di Milano, controllati dalla Regione attraverso l'azienda Aler, e in particolare alla circostanza denunciata da una donna incinta che sostiene di aver perso il bambino durante una delle operazioni di polizia al Corvetto. "Un morto per gli sgomberi di Aler e Regione. Maroni a un incontro di medicina? Vergogna", si leggeva nel cartello. "Basta sgomberi", lo slogan.