Legge fine vita, radicali choc: "Aiuteremo i malati a morire in Svizzera". Appello bipartisan

Quaranta parlamentari di diversi schieramenti hanno firmato un appello ai presidenti di Camera e Senato perché venga discussa la legge di iniziativa popolare sul fine vita già depositata in Parlamento nel 2013. Intanto l'associazione Coscioni lancia la "disobbedienza civile"

Un malato terminale

Un malato terminale

Marzo, 19 marzo 2015 - Appello bypartisan per la legge sul fine vita. Quaranta parlamentari di diversi schieramenti hanno firmato un appello ai presidenti di Camera e Senato perché venga discussa la legge di iniziativa popolare sul fine vita già depositata in Parlamento nel 2013. L'iniziativa è stata presentata oggi a Roma durante il convegno 'Liberi fino alla fine' organizzato dall'associazione Luca Coscioni. Durante la manifestazione alcuni esponenti dell'associazione hanno annunciato una vera e propria disobbedienza civile aiutando tutte le persone che lo vogliono ad accedere all'eutanasia.

L'appello vede il senatore Luigi Manconi come primo firmatario ed è stata sottoscritta da tre sottosegretari, Ilaria Borletti Buitoni, Ivan Scalfarotto e Benedetto Della Vedova. "Decidere della propria vita - si legge nell'appello - comporta decidere anche di quella parte della vita che è l'approssimarsi della morte". La legge a cui fa riferimento l'iniziativa è quella presentata nel settembre 2013 dall'Associazione Luca Coscioni, che non è mai stata calendarizzata né in aula né in commissione. "L'Italia è un paese che caratterialmente fa fatica a parlare dei temi della morte e della sofferenza - ha affermato Borletti Buitoni - è un paese poco laico. Il vuoto normativo in questo caso crea una zona grigia inaccettabile, in cui chi ha la possibilità risolve il problema, ad esempio andando all'estero. La Francia è riuscita pochi giorni fa a varare una legge, non possiamo essere sempre gli ultimi in tema di diritti". 

All'appello ha subito risposto la presidente della Camera, Laura Boldrini, con un messaggio inviato all'associazione Luca Coscioni in occasione del convegno: "Sappiamo bene tutti quanto sia delicato un tema come il fine vita e quanto profonde siano le sue implicazioni di ordine, etico, religioso, morale. Ma la risposta a questa complessità non può continuare ad essere la scelta di non scegliere che lascia soli sia i cittadini, sia gli operatori del settore sanitario. Spero dunque che il nostro Parlamento voglia al più presto affrontare la questione". La Boldrini ha anche auspicato che il Parlamento affronti la questione "senza innalzare gli stendardi di opposti oltranzismi ma nel segno di una grande capacità di ascolto reciproco tra le diverse sensibilità che vivono nella coscienza del Paese".

Polemica la risposta di Pippo Civati: "Bisognerebbe chiederlo a chi governa, a chi è il segretario del Partito democratico cos'è che frena il percorso della legge sul fine vita in Parlamento, ma secondo me c'è l'imbarazzo di qualcuno su questo argomento. Temo quindi che la spiegazione sia nel fatto che si cerca di mantenere un equilibrio nella maggioranza e nel governo". 

In attesa che il Parlamento inizi a discutere della legge, alcuni esponenti dell'associazione Luca Coscioni hanno annunciato una vera e propria disobbedienza civile: "Ci prendiamo la responsabilità di fare quello che non si può fare - ha spiegato Marco Cappato -. Abbiamo aperto il sito www.soseutanasia.it e un conto corrente e forniremo informazioni e supporto logistico a chi vuole recarsi in Svizzera per l'eutanasia finché il Parlamento non inizierà a discutere. Questo per la legge italiana si configura come un reato di concorso in omicidio del consenziente".