Martedì 23 Aprile 2024

Processo Eternit, il pg della Cassazione: "Annullare condanna, reato prescritto"

Questa la richiesta del sostituto pg di Cassazione. Chiesto l'annullamento senza rinvio della sentenza emessa il 3 giugno 2013 dalla Corte d'appello di Torino, che aveva condannato il magnate svizzero Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione. Il verdetto è previsto per la prossima settimana. Afeva: "Un calcio dentro"

Alcuni parenti delle vittime dell'amianto degli stabilimenti italiani dell'Eternit (Ansa)

Alcuni parenti delle vittime dell'amianto degli stabilimenti italiani dell'Eternit (Ansa)

Roma, 19 novembre 2014  - Annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione. Questa la richiesta del sostituto pg di Cassazione, Francesco Iacoviello, nell'ambito maxi-processo Eternit per disastro ambientale. Se la richiesta venisse accolta, di conseguenza, verrebbe annullata la condanna a 18 anni di carcere per l'unico imputato, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, decisa dalla corte d'appello di Torino il 3 giugno 2013. 

LA REQUISITORIA DEL PG - I fatti al centro del processo risalgono al 1966, cosa che ha evidenziato lo stesso Iacoviello nella lunga requisitoria. "Il processo arriva a notevole distanza di anni - ha osservato il pg - è vero che la prescrizione non risponde alle esigenze di giustizia, ma stiamo attenti a non piegare il diritto alla giustizia. Di fronte a questi, il giudice, soggetto alla legge, deve scegliere il diritto". La pubblica accusa ha ricordato che questo è il "primo processo sull'Eternit in Italia, ci sono attese notevoli da parte di tutta la comunità scientifica: voi - ha detto rivolto al collegio dei giudici, presieduto da Arturo Cortese - sancirete un precedente che varrà per il futuro". Il pg, quindi, ha parlato di "disastro silente, che si muove impercettibile nelle cellule umane ed emerge decenni dopo", un reato, quello di disastro, che "ha come effetto una serie straziante di migliaia di morti". L'imputato, ha aggiunto il magistrato, "è responsabile di tutte le condizioni ascritte. E' facile cedere alle tentazioni del homo economicus di avere il profitto oggi e il morto domani", ma ciò che perdura non è il disastro, ma le morti". 

"SAREBBE LA MORTE DEL DIRITTO" - "Attendiamo la sentenza e valuteremo quella. Certo l'imputato è uno degli uomini piu ricchi del mondo e se fosse assolto oggi, a fronte dell'epidemia che c'è stata, sarebbe la morte del diritto", ha commentato Ezio Bonanni, avvocato di una delle parti civili. "Stephan Schmidheiny (condannato a 18 anni in appello, ndr) avrebbe almeno potuto chiedere scusa alle famiglie dei deceduti - ha aggiunto - Noi comunque non ci fermeremo, gli elementi documentali e probatori raccolti fin qui sono rilevanti".

AFEVA: "SIAMO FRASTORNATI" - "Senza disastro i cittadini non si sarebbero ammalati, non sarebbero morti e non continuerebbero a morire in questi giorni", ha detto invece Bruno Pesce, numero uno dell'Afeva di Casale Monferrato. "Siamo un po' frastornati - ha aggiunto - era l'ultima cosa che anche molti tecnici si aspettavano. Un annullamento senza rinvio, un calcio dentro. Come se ci dicesse che l'amianto non può fare un disastro". Si sarebbe dovuti andare, ha proseguito, "un filino più avanti di logiche giuridiche di tanti anni fa. Una volta c'erano anche le leggi che prevedevano la schiavitù, ora dalle notizie che ho non ci sono più. Il procuratore invece riconosce l'esigenza di giustizia ma dice che deve valere il diritto: cerchiamo di far valere la realtà, quella vera".

IL SINDACO DI RUBIERA - "È compito della Cassazione valutare il processo, non entro certo nel merito. Mi auguro che la giustizia arrivi fino in fondo dopo il lavoro straordinario svolta da Guariniello e che comunque non sia per un cavillo che si lascia tutta questa gente senza giustizia", ha detto, dal canto suo, Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera (Reggio Emilia) dove ci sono state 47 vittime a causa dell'Eternit.

AMBIENTALISTI - Legambiente invece ha espresso "indignazione" per la richiesta avanzata dal procuratore generale di Cassazione. "Ci lascia sgomenti l'idea che vengano considerati prescritti reati legati a fatti che ancora oggi continuano a mietere vittime - ha dichiarato in una nota il presidente Vittorio Cogliati Dezza -. Questa vicenda conferma l'urgenza di inserire immediatamente i reati ambientali nel codice penale, adottando la legge approvata a larga maggioranza dalla Camera dei deputati a fine febbraio scorso e ferma da allora nella commissioni ambiente e giustizia del Senato". Secondo il Wwf, presente in aula come parte civile, la richiesta del pg  "è un pericolosissimo cavallo di Troia, che rischia di inficiare tutti i prossimi processi che si faranno in Italia per disastro ambientale e di vanificare decenni di sforzi compiuti nella legislazione ambientale per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini".

AUDIZIONE IN SENATO - Intanto la commissione d'inchiesta Infortuni sul lavoro del Senato sentirà in audizione l'Associazione familiari vittime dell' Eternit e il procuratore capo di Torino Raffaele Guariniello. Lo ha annunciato il presidente della commissione, la senatrice Pd Camilla Fabbri, esprimento "solidarietà alle famiglie delle vittime dell'Eternit".