Trump, appello di Zuckerberg: "Gli Usa paese di immigrati"

Il papà di Facebook: "I miei nonni arrivarono da Germania, Austria e Polonia. I genitori di Priscilla da Cina e Vietnam". E Malala: "Mi si spezza il cuore"

Donald Trump e la protesta di una donna musulmana (Ansa)

Donald Trump e la protesta di una donna musulmana (Ansa)

Washington, 28 gennaio 2017 - Si moltiplicano gli appelli internazionali contro il giro di vite in tema di immigrazione messo in piedi dalla nuova amministrazione del presidente degli Stati Uniti. A partire dall'Onu, che insieme all'Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) ha chiesto al tycoon di portare avanti la lunga tradizione di accoglienza degli Stati Uniti e di non fare distinzioni di razza, nazionalità o religione: "Unhcr e Oim auspicano che gli Stati Uniti continuino a proteggere quanti fuggono da conflitti e persecuzioni", si legge nella dichiarazione. 

Il fatto che Donald Trump voglia gliudere le porte agli immigrati piace pochissimo al papà di Facebook Mark Zuckerberg, che sul suo profilo mostra tutta la sua preoccupazione per le misure del neo-presidente degli Stati Uniti, in materia. Anche Malala, premio Nobel per la pace 2014, critica le misure di Trump. Appello anche dal presidente iraniano Rohani.

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"La famiglia di Priscilla non sarebbe qui"

APPELLO DI ZUCKERBERG - Zuckerberg ricorda al tycoon che proprio gli Usa sono una nazione di immigrati: "I miei nonni arrivarono da Germania, Austria e Polonia. I genitori di Priscilla (la moglie) erano rifugiati provenienti da Cina e Vietnam. Gli Usa sono una nazione di immigrati e dovremmo esserne orgogliosi", ha scritto sul social.

"Come molti di voi, sono preoccupato dall'impatto dei recenti ordini esecutivi firmati dal presidente Trump", ha aggiunto. Per il fondatore di Facebook, gli Usa dovrebbero "mantenere le porte aperte ai rifugiati e a quelli che necessitano aiuto. Questo è quello che siamo. Se avessimo voltato loro le spalle decenni fa, la famiglia di Priscilla non sarebbe oggi qui". Infine Zuckerberg si dice fiducioso per le parole del presidente sui 'dreamers', i 'sognatori', i giovani senza documenti entrati nel Paese da bambini e per i quali ha promesso di lavorare a una soluzione; e ha ricordato che gli Usa devono continuare a giovarsi degli stranieri "con grande talento". "Anni fa, feci lezione in una scuola secondaria e alcuni dei miei migliori studenti erano clandestini. Anche costoro sono il nostro futuro".

"Bambini senza colpa discriminati"

IL DOLORE DI MALALA - Anche l'attivista e premio Nobel per la pace 2014 Malala Yousafzai non le manda a dire a Trump: "Mi si spezza il cuore nel vedere che oggi il presidente Trump chiude la porta ai bambini, alle madri e ai padri che fuggono dalla violenza e dalla guerra", scrive sulla sua pagina Facebook commentando il decreto sui rifugiati firmato da Donald Trump, che sospende tra l'altro per tre mesi l'ingresso negli Usa di cittadini da sette paesi musulmani: (Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen). E ancora: "Mi si spezza il cuore nel vedere che l'America volta le spalle a una storia gloriosa di accoglienza dei rifugiati e degli immigrati: la gente che ha aiutato a costruire il suo Paese, pronta a lavorare duramente in cambio di una equa opportunità a una nuova vita". Malala insiste: "Mi si spezza il cuore nel vedere che i bambini rifugiati siriani, che hanno sofferto sei anni di guerra e non hanno alcuna colpa, sono soggetti a discriminazione".

SOSPESA 007 - Un'agente dei servizi segreti americani è stata sospesa per aver scritto sulla propria pagina Facebook di preferire il carcere piuttosto che "ricevere una pallottola" per difendere il presidente Donald Trump. Secondo quanto riporta il Washington Examiner, i servizi segreti hanno già avviato un'indagine contro l'agente Kerry O'Grady, al momento in congedo amministrativo (continuerà a ricevere comunque lo stipendio finché l'inchiesta non verrà chiusa). Il post incriminato risale all'ottobre scorso, ma il caso è emerso solo questa settimana: alcuni critici, cita il Washington Examiner, si chiedono come mai ci siano voluti tre mesi per avviare le indagini sull'agente.

FUORI DAL CORO - Opposta la presa di posizione della Lega Nord, che con Roberto Calderoli rivendica: "Onore al soldato Donald. Ho tifato per Trump in campagna elettorale, ho gioito quando è stato eletto presidente e sono convinto che gli Stati Uniti abbiano fatto la scelta giusta, che potrà fare bene per i cittadini e potrà essere di esempio anche per l'ignavio Occidente. Trump ci sta dimostrando che, quando si vuole, si possono fare cose che qualcuno ci faceva credere non fossero realizzabili per i dettami del 'politically correct'". Stessa posizione, ovviamente, quella del leader Matteo Salvini, che twitta: