Sabato 20 Aprile 2024

Wikileaks-Cia, Fbi: caccia alla talpa. Apple: "Molte vulnerabilità già eliminate"

Fonti dei servizi Usa alla Cnn: operazioni svelate sono legali. La stampa britannica parla di una complicità dei servizi segreti di Sua Maestà

Wikileaks, la sede della Cia a Langley, Virginia (Afp)

Wikileaks, la sede della Cia a Langley, Virginia (Afp)

Roma, 8 marzo 2017 - Il giorno dopo, reazioni e caccia all'uomo. L'Fbi è al lavoro per scovare la talpa che ha fornito a Wikileaks migliaia di file della divisione cibernetica della Cia, da cui emerge l'uso di sofisticati sistemi di spionaggio attraverso i cellulari e gli apparecchi tv. La fuga di notizie ha messo in agitazione l'Amministrazione Usa e l'industria tecnologica, anche perché i dati e i documenti, sulla cui autenticità sembrano non esservi dubbi, espongono i rischi di intercettazioni diffuse e la vulnerabilità dei principali sistemi di messaggistica. Ed è arrivata infatti, nemmeno 24 ore dopo, la presa di posizione di Apple. "Molte" delle vulnerabilità del sistema operativo degli iPhone emerse col nuovo scandalo Cia sono già state risolte, eliminate "con l'ultimo aggiornamento" del software, afferma Cupertino in una nota. Apple sottolinea di essere "profondamente impegnata nella difesa della privacy e della sicurezza" dei suoi clienti e rimarca che quella "integrata negli iPhone odierni rappresenta la migliore tecnologia di sicurezza dei dati disponibile per i consumatori". 

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Intanto, con Wikileaks che ha già annunciato altre ondate di file con nuove scottanti rivelazioni, si prova a individuare chi sia stato a far uscire da Langley i file sul potentissimo arsenale informatico degli 007. Insomma, il nuovo Chelsea Manning o Edward Snowden, i cui casi eclatanti di "leaks" ai media nel 2010 e 2013 hanno portato a un giro di vite sulla protezione dei documenti riservati, con la creazione della National Insider Threat Task Force per addestrare i funzionari pubblici a individuare potenziali talpe. Nell'ottobre scorso l'Fbi aveva arrestato Harold T. Martin, un contrattista del Maryland della National security agency (Nsa) che si era portato a casa documenti su alcune delle principali cyber-armi dell'agenzia, poi finiti su Internet anche se non è chiaro se lui abbia avuto un ruolo. Martin ha negato di aver violato le leggi anti-spionaggio ma il suo sarebbe il piu' grande caso di furto di dati nella storia Usa, con ben 50 terabyte. Le armi e i pizzini trovatigli in casa e il fatto che avesse studiato il russo sono ulteriori elementi che verranno portati al processo. Anche stavolta la fonte di Wikileaks, stando alle prime indiscrezioni riportate dai media Usa, sarebbe un hacker che lavora o ha lavorato per il governo americano e le agenzie di intelligence devono nuovamente fare i conti con l'imbarazzo di un 'tradimento' dai propri ranghi.

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"Chiunque abbia pensato che Manning e Snowden erano casi unici si sbagliava di grosso", ha spiegato l'ex capo del controspionaggio Usa presso la Direzione nazionale dell'Intelligence, Joel Brenner, al Washington Post. "Ben Franklin sosteneva che tre persone possono mantenere un segreto se due di loro sono morte", ha ricordato Brennan, "se i segreti sono condivisi su sistemi a cui hanno accesso migliaia di persone, quei segreti potrebbero non essere più tali. Questo problema non è destinato a scomparire, è una condizione della nostra esistenza".

"I documenti di Wikileaks ci mettono a rischio"

L'ex direttore della Cia, Michael Hayden, invita gli americani a non giungere a conclusioni affrettate. I documenti di Wikileaks sulla Cia sono "incredibilmente dannosi" e "ci mettono a rischio", afferma. "Ritengo che Julian Assange sia un nemico degli Stati Uniti, e questo va tenuto a mente nel valutare le cose che dice. Lo so che gli americani usano Samsung e iPhone ma solo perché abbiamo la capacità di entrare in questi dispositivi non vuol dire che lavoriamo contro gli americani". Fonti dei servizi Usa inoltre affermano alla Cnn che ogni raccolta di informazioni compiuta attraverso le operazioni di intelligence descritte nei documenti pubblicati da Wikileaks è legale. Le fonti spiegan che la raccolta dati è stata sempre condotta contro obiettivi all'estero.

Ma lo scandalo si allarga anche di quà dell'Oceano Atlantico. La complicità dell'MI5, i servizi segreti interni del Regno Unito, viene evidenziata oggi con allarme dalla stampa britannica. In particolare si sottolinea il ruolo attribuito agli 007 di Londra nel rendere vulnerabili e nell'infiltrare le smart tv della Samsung: diffuse in milioni di case e trasformate in grandi orecchi in grado di carpire immagini o conversazioni. "L'MI5 ha infestato le smart tv", titola in grande il Daily Mirror, mentre la vicenda compare a tutta pagina anche su altri tabloid e in apertura su vari giornali di opinione. Il Times nota in particolare il compito che si potrebbe definire 'vassallo' svolto ancora una volta dell'intelligence britannica a beneficio di quella Usa, con la raccolta di dati e il loro trasferimento alla Cia. Non è al momento chiaro che livello di copertura governativa possano aver avuto i servizi di Sua Maestà nella elaborazione e nell'uso di queste armi digitali di massa a favore dei colleghi Usa. Mentre dalla stampa non risulta alcuna informazione agli organi di controllo parlamentari di Westminster.