Venezuela in fiamme, 26 morti. Possibile mediazione vaticana

Le condizioni della Santa Sede: via libera agli aiuti umanitari, un calendario per le elezioni, restituzione delle prerogative al Parlamento e scarcerazione dei prigionieri politici

Scontri in Venezuela, 26 i morti (Lapresse)

Scontri in Venezuela, 26 i morti (Lapresse)

Caracas, 25 aprile 2017 - In Venezuela sono 26 i morti nell'ondata di proteste anti-governative iniziate il 4 aprile. Le ultime quattro vittime si sono registrate negli scontri di lunedì a Merida, nell'ovest del Paese latino americano, dove gruppi armati chavisti hanno attaccato un raduno dell'opposizione e un palazzo da cui venivano scanditi slogan contro il presidente, Nicolas Maduro.

 Il bilancio è stato fornito dalla procuratrice generale, Luisa Ortega Diaz, che ha denunciato anche molti casi di arresti irregolari, come i 38 oppositori fermati dalla Guardia Nazionale nello stato di Nueva Esparta, che comprende le isole al largo del mare Caraibico per i quali non e' stato redatto alcun verbale che spiegasse la flagranza di reato. La procuratrice ha invitato le forze dell'ordine al rispetto delle procedure, limitando il ricorso alla custodia cautelare. 

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MEDIAZIONI - Intanto dopo Cuba, il Vaticano potrebbe essere coinvolto in in un tentativo di mediazione per il Venezuela. Venerdì scorso in Vaticano la ministra degli Esteri argentina, Susana Malcorra, ha parlato a lungo con Papa Francesco della crisi a Caracas e avrebbe raccolto la sua disponibilità "a dare qualche forma di appoggio" al dialogo fra opposizione e governo.  Il Vaticano, però, attraverso il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, già da dicembre ha dettato quattro condizioni a Maduro per un suo coinvolgimento: via libera all'arrivo di aiuti umanitari, un calendario per le elezioni, restituzione delle prerogative al Parlamento e scarcerazione dei prigionieri politici. 

RICHIESTA DI UN VERTICE - Intanto 16 Paesi dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) hanno chiesto la convocazione urgente, per domani stesso, di una sessione straordinaria del Consiglio permanente dell'organismo, per esaminare la situazione in Venezuela. I rappresentanti di Argentina, Barbados, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Stati Uniti, Honduras, Giamaica, Guatemala, Messico, Panama, Paraguay, Perù e Uruguay hanno inviato una nota in tale senso al presidente di turno del Consiglio, il boliviano Diego Pary. I diplomatici chiedono che all'ordine del giorno della sessione sia iscritto un progetto di risoluzione per convocare un vertice di ministri degli Esteri dell'Osa, a causa della "crescente preoccupazione" dei Paesi membri sulla situazione a Caracas. Lo scorso 3 aprile Pary - il cui governo è alleato con quello del presidente Nicolas Maduro - si è rifiutato di convocare una sessione del Consiglio richiesta da 20 paesi, che però si è tenuta lo stesso, e durante la quale è stata approvata una dichiarazione nella quale si denunciava una "grave alterazione incostituzionale dell'ordinamento democratico" in Venezuela.