Venerdì 19 Aprile 2024

Venezuela, Maduro dopo il voto: ora misure contro Parlamento e Procura

Almeno 13 morti, tra cui due adolescenti, nella repressione nella giornata di elezioni dell'Assemblea Costituente. Gli Usa: sanzioni al "dittatore"

Venezuela al voto, scontri e proteste: 13 morti (Ansa)

Venezuela al voto, scontri e proteste: 13 morti (Ansa)

Caracas, 31 luglio 2017 - È di una decina di morti (tra cui pare due ragazzini di 13 e 17 anni) il bilancio della repressione in Venezuela nel giorno del voto per la contestata Assemblea costituente voluta dal presidente Nicolas Maduro, portando a oltre 120 le vittime da aprile. I dati ufficiali parlano di un'affluenza del 41,5%, mentre l'opposizione di una astensione dell'87%. Maduro nel suo primo discorso pubblico dopo l'annuncio dei risultati ha annunciato che  l'organismo servirà per prendere misure contro il Parlamento, la Procuratrice Generale, i dirigenti dell'opposizione e la stampa indipendente. Aumentano intanto i Paesi americani che non riconosceranno l'esito dello scrutinio: Messico, Colombia, Perù e Argentina. In particolare il Cile parla di voto "illegittimo", così come gli Usa che che fanno scattare sanzioni economiche per il "dittatore".  Posizione identica quella dell'Italia con Gentiloni che si dichiara preoccupato per la sorte dei "130mila italo-venezuelani". Dal Vaticano il cardinale Parolin rende noto che il Papa e la Segreteria di Stato vaticana si sono "impegnati molto" per cercare una soluzione nella crisi del Venezuela, che deve essere "pacifica e democratica". 

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IL DISCORSO DI MADURO - Appena sarà insediata, la Costituente - ha tuonato Maduro nel corso di un incontro a Caracas - "sospenderà l'immunità parlamentare a chiunque sia necessario sospenderla", prenderà il controllo della Procura "perché ci sia giustizia", e si lancerà un attacco contro "i parassiti della borghesia" che sono i responsabili della crisi economica che vive il paese. "È arrivata la Costituente, per mettere un pò d'ordine", ha esclamato Maduro, e ha subito aggiunto che "ora è finito il sabotaggio dell'Assemblea Nazionale", in mano all'opposizione dalle elezioni politiche del 2015 ma i cui atti sono dichiarati invalidi dal Tribunale Supremo di Giustizia (Tsg), allineato sul governo. Pronta la risposta del presidente del Parlamento venezuelano, Julio Borges, che ha avvertito: si sta andando verso "uno scenario molto probabile di scontro violento" a Caracas, perché l'opposizione non intende cedere le sede del potere legislativo all'Assemblea Costituente eletta ieri, di cui non riconosce la legittimità.

DATI CONTRASTANTI - La Commissione nazionale Elettorale del Venezuela ha annunciato che hanno partecipato al voto oltre 8 milioni di persone, ovvero il 41,5% degli aventi diritto. Ma l'opposizione, che non ha partecipato al voto, sostiene che i dati contraffatti e ha sostenuto che solo il 12% del elettorato, poco più di 2 milioni di persone, si sono recati alle urne. Intanto il presidente Nicolas Maduro, che ha fortemente voluto l'Assemblea Costituente che dovrà cambiare la Costituzione, esulta e parla di "voto più importante mai tenuto nei 18 anni di storia della rivoluzione".

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TAJANI: NUOVE ELEZIONI - Dura presa di posizione del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: "Nelle ultime 24 ore la repressione chavista ha raggiunto livelli impensabili - afferma - La comunità internazionale non può rimanere in silenzio davanti a un numero così elevato di morti in Venezuela". E ancora: "E' chiaro che il regime in carica voglia mantenere il potere. Il volere del popolo è di cambiare tale regime. È per questo che è necessario indire nuove elezioni democratiche ora". "È un triste giorno per la democrazia in Venezuela, per l'America Latina e per il mondo perché sono stati violati i trattati internazionali, la Costituzione del Paese e, ancora più grave, si agisce contro il volere del popolo", ha detto ancora Tajani, che ha parlato al telefono con il leader dell'opposizione, Leopoldo Lopez.

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SANZIONI USA - Il Tesoro americano ha deciso di sanzionare Maduro definito un "dittatore", congelando gli asset del leader venezuelano negli Usa. Nella sua decisione, l'amministrazione Trump cita la violazione di diritti umani.  "Le fasulle elezioni di Maduro sono un altro passo verso la dittatura. Non accetteremo un governo illegale. Il popolo venezuelano e la democrazia prevarranno", attaccava nella notte l'ambasciatore americano all'Onu, Nikki Haley. Gli Stati Uniti hanno duramente condannato il voto venezuelano, prospettando "forti e veloci azioni" contro il governo del presidente. "Gli Usa condannano l'elezione imposta il 30 luglio per l'Assemblea Costituente Nazionale, concepita per rimpiazzare l'Assemblea Nazionale legittimamente eletta e per minare il diritto del popolo venezuelano all'autodeterminazione", ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert. Nel comunicato del Dipartimento di Stato, gli Usa si dichiarano "a fianco del popolo del Venezuela e dei loro rappresentanti costituzionali, nella loro volontà di far tornare il loro Paese allo stato di prospera democrazia". Quindi, aggiunge la portavoce a nome degli Stati Uniti, "continueremo ad assumere azioni veloci e forti contro gli architetti dell'autoritarismo in Venezuela".

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ITALIA: ATTIVI PER I NOSTRI CONNAZIONALI - Anche l'Italia non riconosce come legittimo l'esito del voto. La situazione in Venezuela è "al limite della guerra civile, al limite di un regime dittatoriale - ha detto il premier Paolo Gentiloni intervistato al Tg5 -  c'è una realtà che noi non riconosceremo, non riconosceremo questa assemblea costituente voluta da Maduro". Gentiloni si dice poi preoccupato "per 130mila italo-venezuelani che sono davvero in condizioni precarie". Quindi "il governo è attivo non solo sul piano diplomatico ma anche della difesa dei nostri connazionali".