Giovedì 25 Aprile 2024

Iraq prende ai curdi anche Sinjar. Trump: "Non ci schieriamo". Siria, liberata Raqqa

Le truppe irachene hanno preso anche la città yazida, e senza sparare un colpo grazie a un accordo tra yazidi arruolati in entrambi gli eserciti. Il presidente Usa: "Restiamo neutrali". In Siria le forze arabo-curde liberano Raqqa

Un soldato iracheno vicino al cartello stradale che indica Kirkuk (Lapresse)

Un soldato iracheno vicino al cartello stradale che indica Kirkuk (Lapresse)

Baghdad, 17 ottottobre 2017 - Le truppe irachene hanno conquistato anche la città curdo-yazida di Sinjar, in mano ai peshmerga. Le Forze di mobilitazione popolare, composte per lo più da milizie sciite addestrate dall'Iran, hanno detto che le forze curde si sono ritirate da Sinjar senza combattere. Vicino alla città sono avvenute alcune delle più infami atrocità dell'Isis, come l'uccisone di migliaia di uomini yazidi e il rapimento di centinaia di donne per usarle come schiave sessuali. Il drammatico esodo che ne seguì convinse Washington a intervenire.

YAZIDI SI ACCORDANO PER NON SPARARE -  Fonti Peshmerga a Sinjar fanno sapere che la città è stata occupata dopo che un accordo per evitare combattimenti era stato raggiunto tra unità di miliziani yazidi inquadrati nei Peshmerga curdi e altri yazidi che fanno parte delle milizie Hashid Shaabi. Nel 2015 Sinjar era stata strappata all'Isis da milizie curde composte da peshmerga del Kurdistan iracheno e dal Pkk turco, che da allora erano presenti entrambi in città. Gli yazidi, che hanno preso le armi dopo il massacro del 2014, sono divisi tra quelli che hanno aderito alle milizie curde e quelli che sono entrati nelle forze a maggioranza sciita e alleate con Teheran. 

POZZI PETROLIFERI  - I peshmerga curdi si sono ritirati dalla zona di Khanaqin in Iraq, vicino al confine con l'Iran, e le forze irachene si preparano a prendere il controllo delle principali postazioni. Nella regione vive una nutrita comunità curda e ospita il sito di un piccolo campo petrolifero, Khana. Baghdad ha così completato l'operazione per riprendere il controllo di tutti i campi petroliferi gestiti dalla North Oil Company, di proprietà statale, nella regione di Kirkuk. Prima dei campi di Bai Hasan e Avana, erano già stati ripresi quelli di Baba Gurgur, Jambur e Khabbaz. I due pozzi di Bay Hassan e Avana sono i più produttivi dell'area: 250mila barili al giorno, il 40 per cento delle esportazioni totali del Kurdistan. 

TRUMP NON SI SCHIERA - "Non ci piace il fatto che si stiano scontrando. Noi non ci schieriamo", il presidente Usa, Donald Trump, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, ha preso le distanze dal conflitto tra forze irachene e curde in Iraq per i territori contesi. "Da molti anni abbiamo un rapporto molto buono con i curdi come sapete e siamo anche stati dalla parte dell'Iraq, anche se non saremmo mai dovuti essere lì". Gli Usa armano e addestrano sia le forze federali dell'Iraq sia i peshmerga curdi per combattere l'Isis.

SIRIA, LIBERATA RAQQA - Ma mentre in Iraq le milizie filo irachene e i peshmerga da alleati si ritrovano nemici, in Siria l'alleanza curdo araba, appoggiata dagli Stati Uniti, regge conquista Raqqa. Le milizie filo-Usa hanno issato la propria bandiera all'interno dello stadio, ultimo bastione dell'Isis nella 'capitale' del Califfato. Nei dintorni proseguono sporadici combattimenti.

Milizie curde a Raqqa (Dire)
Milizie curde a Raqqa (Dire)

Le Forze democratiche siriane (Fsd), non confermano però la fine della presenza di Daesh nella città siriana. "A Raqqa l'operazione militare è terminata, ma adesso portiamo a termine un'operazione di pulizia per porre fine alle cellule dormienti di Daesh che ci sono ancora", ha spiegato a Efe telefonicamente il portavoce delle Fsd, Talal Salu.

IERI IN IRAQ - Kirkuk è di Baghdad. L'esercito iracheno ha preso il controllo totale della città petrolifera, il territorio più conteso tra la regione del Kurdistan e il governo centrale. La tensione era salita vertiginosamente dopo che il 25 settembre scorso i curdi avevano votato a favore dell'indipendenza. E dopo il fallimento di ogni tentativo di dialogo, nella notte tra domenica e lunedì le forze speciali hanno varcato il confine territoriale della città che è sotto il controllo dei peshmerga curdi dal 2014, da quando cacciarono i soldati dello 'Stato islamico'.

Sulla loro strada, i militari di Baghdad hanno trovato una resistenza minima: dieci morti tra i peshmerga e 27 feriti. Un testimone ha riferito di soldati curdi decapitati. Le forze anti-terrorismo hanno poi conquistato ciò a cui puntavano veramente: i giacimenti di petrolio e gas. 

Decine di migliaia di cittadini curdi hanno lasciato la città, la maggioranza si è diretta verso Erbil e Sulaymaniyah, i due capoluoghi sotto il controllo della regione autonoma del Kurdistan iracheno. Il governo locale di Masud Barzani ha accusato il premier iracheno, Haidar Al Abadi, di essersi rivolto ai Guardiani della rivoluzione iraniani per portare avanti "l'attacco militare di ampia portata" e ha accusato il partito dell'Unione nazionale curda, rivale di Barzani nella galassia curda, di aver tradito la causa aprendo le porte all'ingresso dei soldati iracheni. Il comando centrale dei peshmerga ha promesso "di fare pagare un caro prezzo a Baghdad" per l'invasione.