Trump, cresce il boicottaggio al giuramento da presidente. Davos, la Cina alza la voce

Mentre il presidente rischia di vedere pochi democratici al suo giuramento da presidente. Dalla Svizzera Xi Jinping gli manda un messaggio: la globalizzazione è irreversibile, non serve combatterla

Il presidente cinese Xi Jinping (Ansa)

Il presidente cinese Xi Jinping (Ansa)

New York, 17 gennaio 2017  -  A due giorni dall’inaugurazione a Washington sono stati attivati soltanto 28.000 poliziotti e soldati della guardia nazionale, ma soprattutto centinaia di “pompieri politici”. Questi ultimi devono spegnere, prima che la cerimonia inizi, i fuochi accesi da Trump coi suoi tweet provocatori e minacciosi, destinati a non esaurirsi col giuramento. Da Mosca con una mossa davvero inusuale ieri mattina Vladimir Putin è tornato a difendere Trump e ha smentito il dossier “non verificato” di un agente dei servizi segreti inglesi definendolo “ spazzatura, peggio delle prostitute…”.   Il capo del Cremlino ha aggiunto: “Ma davvero pensate che i servizi segreti russi aprano fascisoli su tutti i miliardari che vengono nel nostro paese?....Sono certo che le relazioni con la prossima amministrazione americana  si normalizzeranno….  e questo sarà in sintonia  con gli interessi sia delle nazioni europee sia di quella americana e russa favorendo lo sviluppo dell’economia mondiale , la stabilità del mondo e una maggiore sicurezza…”

In queste ore in Usa intanto cresce il boicottaggio per il giuramento di Trump. Il numero dei parlamentari democratici che non andranno alla cerimonia è salito fino ad ora a 48 e continua ad aumentare. 

Nessuno del clan trumpiano vuole che l’inaugurazione del tycoon alla presidenza degli Stati Uniti, considerata la più breve e la più costosa della storia con una parata di soli 90 minuti, possa diventare ancora più esplosiva. La comunità internazionale ha reagito molto duramente alle critiche di  Trump. Anche i servizi segreti americani sono sulle barricate.

Il team della transizione è stato bocciato dagli americani. Non sono piaciuti ne i modi e nemmeno molte delle logiche nelle scelte dei candidati. Trump venerdì entrerà alla Casa Bianca solo col  40% delle persone favorevoli al suo operato e 52% contrarie. Obama aveva l’84% dei consensi e George Bush il 61% dei favori quando iniziarono i loro mandati. 

Qualcuno comincia a rendersi conto che la guerra aperta e senza frontiere che Trump ha dichiarato alla Cina e all’Europa, allo stesso controspionaggio Usa, e sul fronte interno a tutti gli oppositori, sta cominciando a produrre un effetto boomerang. Lo appoggiano solo i fedelissimi, mentre sia alla Camera che al Senato sta entrando in azione il “balance of power” e il peso delle due istituzioni potrebbe rallentare se non bloccare in fretta l’agenda dei 100 giorni del prossimo presidente.

Molti dei suoi stessi candidati, durante le audizioni, hanno espresso idee  diverse dalle sue. E’ come se i futuri capi del Dipartimento di Stato e del Pentagono pur dichiarando lealtà al capo della Casa Bianca, di fatto non escludano di diventare, se necessario, parte di un’alleanza più vasta col Congresso americano che Trump non sarà comunque in grado di pilotare o comandare a bacchetta sebbene rimangano a solida maggioranza repubblicana.

Su Putin ad esempio il senatore John McCainè lapidario “ Trump deve stare attento…Putin è un macellaio pericoloso…”

Anche per questo, dopo il discorso del presidente cinese Xi Jinping  a Davos che si è autoproclamato leader mondiale della globalizzazione almeno per le energie alternative , Anthony Scaramucci, l’inviato di Trump nella cittadina svizzera, per evitare il montante isolazionismo verso il quale il Tycoon sta pingendo l’America, ha gettato acqua sul fuoco sostenendo: “ ne gli Stati Uniti ne la Cina vogliono una guerra commerciale…Abbiamo molto in comune e forti relazioni bilaterali, ma va rivisto il modello degli accordi commerciali asimmetrici sottoscritti dagli Usa negli ultimi anni 70. Se  lo si farà Trump potrebbe essere l’ultima speranza del globalismo…”. In verità tutti sono alla finestra fino a venerdì. C’è chi scommette che Trump sorprenderà un’altra volta tutti. A dominare però nelle prossime 48 ore sarà la grande incertezza.