Giovedì 18 Aprile 2024

Trump: il Nyt ha fatto fallire piano per uccidere Al-Baghdadi

Il presidente statunitense di nuovo all'attacco dei media su Twitter. E difende il figlio sul caso Russiagate

Il presidente statunitense Donald Trump (Ansa)

Il presidente statunitense Donald Trump (Ansa)

Washington, 22 luglio 2017 - E' ancora scontro aperto tra il presidente Donald Trump e i media statunitensi. In una raffica di tweet su vari argomenti l'inquilino della Casa Bianca è infatti tornato ad attaccare le testate giornalistiche, a partire dal New York Times, reo - a suo avviso - di aver mandato all'aria un'operazione di intelligence militare per uccidere il capo dell'Isis, il califfo Abu Bakr Al-Baghdadi. Con la "loro malsana agenda che prevale sulla sicurezza nazionale", ha scritto sul social network.

Secondo lo stesso Nyt, il riferimento è un servizio della conservatrice Fox News (sua fonte primaria di informazione, come lui stesso ha ammesso, ndr), in cui veniva riportato il commento del comandante delle Operazioni Speciali Usa, il generale Tony Thomas che a un forum ha dichiarato che le forze americane "erano particolarmente vicine" ad Al-Baghadi dopo che in un'incursione del 2015 erano state recuperate informazioni. "Quella era una pista fantastica. Sfortunatamente venne fatta filtrare da un importante quotidiano nazionale una settimana dopo e la pista scomparve". Secondo Fox il generale si riferiva a un articolo del giugno 2015 del Times. All'epoca spiega però sempre il New York Times, il Pentagono non sollevò alcuna obiezione prima che la storia fosse pubblicata (il quotidiano aveva fatto leggere il pezzo alla Difesa) e anche dopo nessun alto funzionario Usa se ne era mai lamentato finora ad oggi. 

IL RUSSIAGATE - Ma non è finita qui. Trump ha attaccato anche Hillary Clinton, difende il figlio Donald Jr e rivendica il proprio "potere assoluto di graziare" familiari, collaboratori e anche se stesso. Sono giorni che i media americani riferiscono che il repubblicano starebbe analizzando il proprio potere di grazia, per capire come usarlo in merito alle indagini sul cosiddetto Russiagate (le presunte interferenze di Mosca nelle presidenziali del 2016 e collusioni tra lo staff elettorale di Trump e la Russia). "Sebbene tutti siano d'accordo che il presidente degli Stati Uniti ha il potere assoluto di graziare, perché pensarci quando al momento l'unico crimine sono le notizie fatte trapelare contro di noi. Notizie false", scrive infatti sempre su Twitter.

Secondo il Washington Post, il magnate ha dato mandato ai suoi legali di analizzare la portata e i limiti del suo potere di grazia. Il tweet lo conferma, e l'uso dell'espressione "potere assoluto" lascia intendere Trump non ritenga ci siano molti limiti alla sua autorità, e che quindi potrebbe farvi ricorso se lo ritenesse necessario. I presidenti americani possono concedere la grazia ad altri per reati federali, e non è esplicito nella Costituzione il divieto di applicarlo a se stessi, sebbene alcuni esperti ritengano che ciò comporterebbe conflitto d'interesse.   

Solo ieri la vice portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee (che diventerà la portavoce, dopo le dimissioni di Sean Spicer, sotto il nuovo direttore della comunicazione Anthony Scaramucci) non ha escluso che Trump possa usare il suo potere di concedere la grazia per 'schermare' dalla giustizia se stesso, la sua famiglia o la sua amministrazione.

Intanto, su Washington continua a pesare l'ombra delle indagini del Congresso e dell'Fbi sul Russiagate. Ultimo episodio a finire nel raggio delle indagini è stato l'incontro tra il figlio del presidente, Donald Trump Jr, il genero e consigliere Jared Kushner, l'ex capo del team elettorale Paul Manafort, con un'avvocatessa russa che secondo le promesse di un mediatore avrebbe avuto informazioni scomode sull'allora candidata rivale alla presidenza di Trump, Hillary Clinton.

In altri tweet, Trump si è poi lanciato in un appello ai senatori perché approvino la riforma sanitaria che sostituisca l'Obamacare, contro i Clinton per "tutti i legami con i russi" e contro il Washington Post per "le fughe di notizie illegali" su Sessions (che avrebbe parlato con l'ambasciatore russo Sergei Kislyak della campagna presidenziale, secondo i media).