Giovedì 18 Aprile 2024

Trump, l'attacco di Bannon: "Donald incontrò i russi prima di vincere"

Lo stratega licenziato si vendica. Il presidente: "Ha perso la testa"

Donald Trump e Steve Bannon (Afp)

Donald Trump e Steve Bannon (Afp)

New York, 4 gennaio 2018 - È solo un libro, ma contiene pagine al tritolo. Contro Donald Trump e la sua famiglia. Sono le confessioni di Steve Bannon, il grande stratega del presidente, l’agitatore che tiene unita la destra radicale americana che Trump scelse come capo dei suoi consiglieri sia in campagna elettorale che alla Casa Bianca, prima di licenziarlo, pochi mesi fa. Il presidente è furioso. Quella di Bannon sembra una vendetta, una pugnalata alle spalle. «L’incontro alla Trump Tower con i russi è stato un atto di tradimento, – dice Bannon – sovversivo e antipatriottico…Invece di sentirsi compiaciuto, Donald Junior avrebbe dovuto riportarlo subito all’FBI…Il Russiagate seguirà la pista del riciclaggio di denaro per fregare il presidente e il procuratore Robert Mueller si servirà di Paul Manafort, di Don jr e del genero Jared Kushner…L’indagine passerà anche attraverso la Deutsche Bank…Gli investigatori romperanno Donald Junior come un uovo sulle televisioni nazionali…..A lui e Kushner diranno prendere o lasciare…Stanno seduti su una spiaggia tentando di fermare un uragano di categoria cinque….».

Il presidente ha reagito con durezza: «Bannon ha perso la testa quando è stato licenziato – dice – Adesso vorrebbe bruciare tutto….Ma la mia vittoria non è dipesa da lui…Lui non rappresenta la mia base …Pretende di essere in guerra con i media ma ha speso il suo tempo alla Casa Bianca facendo trapelare come una talpa false informazioni per sembrare più importante di quanto non fosse….E’ stato raramente in incontri da solo con me e pretende di aver avuto influenza per prendere in giro poche persone che ha aiutato a scrivere libri falsi…». Con «Fire and Fury», che uscirà la prossima settimana, la guerra è apertissima e coinvolge anche Melania, descritta come poco incline a sostenere il marito durante la campagna elettorale. Bannon anche dopo il licenziamento ha continuato a rimanere in contatto con Trump, e sa di aver tirato una vera bomba sulla Casa Bianca. Le esplosive rivelazioni mettono a nudo la superficialità e la spregiudicatezza del figlio e del genero del presidente e potrebbero avere riflessi molto pesanti sul Russiagate soprattutto perché l’ex capo degli strateghi presidenziali insinua: «Non ho il minimo dubbio che Don jr, dopo il meeting alla Trump Tower, ha portato tutti quanti a salutare il padre al ventiseiesimo piano…». Secca smentita della Casa Bianca: «Nessun incontro». Tutto questo accade mentre il presidente, con una serie di tweet spericolati, si è infilato in una nuova e gratuita disputa con Pyongyang sulla grandezza quasi fallica dei pulsanti nucleari. «Dite a Kim Jong Un che il mio pulsante atomico è più grande del suo….. e funziona…» ha twittato Trump rispondendo ad una minaccia del leader nordcoreano.