Martedì 23 Aprile 2024

Sottomarino argentino disperso, s'indaga su "anomalia acustica"

Il rumore poco dopo la perdita di contatto con l'Ara San Juan, ma la Marina argentina rifiuta di definirlo un'esplosione

Preghiere e disegni per i marinai scomparsi insieme al sottomarino argentino (Lapresse)

Preghiere e disegni per i marinai scomparsi insieme al sottomarino argentino (Lapresse)

Buenos Aires, 23 novembre 2017 - Non c'è pace per i parenti dei 44 marinai 'scomparsi' in fondo all'oceano a bordo del sottomarino Ara San Juan. Mentre fervono le ricerche - scattate dopo la misteriosa scomparsa di mercoledì scorso - ogni poche ore si passa da una notizia incoraggiante a un crollo delle speranze. Ora la Marina argentina sta indagando sulla natura di un rumore inusuale avvertito ore dopo l'ultima comunicazione con il sottomarino scomparso Ara San Juan, ma ha rifiutato di definire quel rumore "esplosione".  Intanto si teme che l'ossigeno sia ormai terminato. Il San Juan dovrebbe avere abbastanza ossigeno per fa rsopravvivere il suo equipaggio sotto il mare per sette giorni dal suo ultimo contatto. Ormai quel tempo dovrebbe essere terminato.

"Segnali nell'Oceano", ma la Marina smentisce

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Ma torniamo al "nuovo indizio" rilevato, che il portavoce della Marina Enrique Balbi definisce una "anomalia idro-acustica, un rumore" che potrebbe provenire proprio dall'Ara San Juan. Balbi ha spiegato che il "rumore" sarebbe stato rilevato una settimana fa, il 15 novembre, intorno alle 11 del mattino (le 15 in Italia), circa 30 miglia a nord dal punto dal quale il San Juan si era messo in contatto per l'ultima volta con il comando della Marina, quattro ore prima. 

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"La nostra Marina aveva chiesto la collaborazione degli Stati Uniti, che a loro volta hanno chiesto informazioni a diversi organismi che rilevano eventi idro-acustici in tutto il mondo. Dopo aver riunito questa informazione ed effettuato un'analisi esaustiva e centralizzata negli Usa, che ha richiesto il suo tempo, oggi abbiamo ricevuto questo indizio", ha spiegato il portavoce militare. Interrogato sulla possibilità che il rumore fosse un'esplosione, Balbi ha precisato che "non abbiamo informazioni al riguardo e non formuliamo nessuna congettura".

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In base a questo nuovo indizio si sta procedendo a un nuovo monitoraggio dell'area dalla quale proverrebbe il rumore, seguendo lo stesso modello di "triplo controllo" usato in precedenza: l'uso di sonar attivi e passivi, in dotazione alle unità navali argentine; immagini termiche, rilevate da aerei americani e monitoraggio di possibili anomalie magnetiche, a carico di un aereo antisommergibili brasiliano, che sorvola le zone interessate a bassa quota.

L'AIUTO DI PUTIN - Intanto Vladimir Putin ha offerto l'aiuto della Russia al presidente argentino Mauricio Macri, per le operazioni di ricerca e salvataggio del sottomarino disperso. I due capi di Stato, nel corso di una telefonata, hanno concordato di mantenere i contatti a livelli di ministeri della Difesa. Nel 2000, da neo presidente Putin stesso affrontò un'emergenza simile: la tragedia del sottomarino Kursk, affondato con 118 membri dell'equipaggio nel mare di Barents.

Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha inviato specialisti della 328a unità di ricerca e salvataggio della Marina russa. Shoigu ha ordinato l'invio immediato di un gruppo mobile di specialisti a bordo di un aereo da trasporto militare insieme al sommergibile portatile telecomandato Pantera Plus. 

L'AEREO RAF - Un aereo della British Royal Air Force, la Raf, è arrivato ieri in Argentina per unirsi alle operazioni di ricerca. Si tratta della prima volta che un aereo militare decolla dal Regno Unito per atterrare sul suolo argentino dopo la Guerra delle Falkland del 1982. Un portavoce del ministero della Difesa a Londra ha fatto sapere che l'aereo Voyager della Raf è decollato dalla base militare di Brize Norton nella contea dell'Oxfordshire (ne sud dell'Inghilterra) in direzione Argentina. 

Secondo il ministero britannico, il Voyager trasporta tre tonnellate di equipaggiamento e si unisce al lavoro della nave di pattuglia HMS Protector, della Royal Navy, che domenica aveva raggiunto le acque argentine.