Siria, i medici sospettano l'uso di gas Sarin

Il sospetto di fronte a pazienti con convulsioni, bava alla bocca, difficoltà respiratorie. L'esperto del Cnr: "Cautela, i sintomi del Sarin sono più evidenti"

Una vittima dell'attaccp chimico in Siria (LaPresse)

Una vittima dell'attaccp chimico in Siria (LaPresse)

Beirut, 4 aprile 2017 - Nella mattanza di Idlib potrebbe essere stato usato il famigerato gas Sarin. A lanciare l'allarme è un membro di un centro di informazione dell'opposizione della zona, Mohammed Hassoun, citato dall'agenzia Ap, riferendo dei forti sospetti nutriti dai medici.

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E in effetti i sintomi delle vittime, riferiti da molti testimoni, sono chiarissimi: convulsioni, bava alla bocca, difficoltà respiratorie e restringimento delle pupille. Insomma, un attacco chimico, anche se ufficialmente nessuna delle organizzazioni di attivisti che hanno denunciato l'accaduto ha precisato quale gas potrebbe essere stato usato. 

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Mohammed Hassoun ha anche detto di aver sentito dai medici che probabilmente più di un gas è stato usato, ma si tende a escludere il cloro perché "non provoca queste convulsioni". Nel descrivere i sintomi delle persone ricoverate negli ospedali, la stessa fonte ha precisato che molte delle vittime erano "prive di coscienza e in preda a convulsioni, e quando è stata applicata loro la mascherina per l'ossigeno hanno cominciato a sanguinare dal naso e dalla bocca".

I DUBBI DELL'ESPERTO - Matteo Guidotti, esperto di armi chimiche del Cnr, in realtà ha qualche dubbio: "Userei una certa cautela nell'affermare che nell'attacco chimico avvenuto oggi in Siria è stato utilizzato il gas Sarin". E spiega: "Ho già visto in passato immagini e video di persone colpite con il Sarin e i segni erano molto più evidenti: i corpi sono madidi di sudore, lacrime, saliva ma soprattutto escrementi. I soggetti intossicati generalmente vengono colpiti da fortissime convulsioni. E dai video diffusi localmente non si vede tutto questo".  "Ma i dubbi maggiori vengono - dice ancora il ricercatore - dalla disinvoltura con cui gli operatori sanitari maneggiano i corpi delle vittime. Molti sono senza guanti e non indossano neanche le mascherine. C'è una serie di protocolli da rispettare per evitare che anche i soccorritori vengano contaminati dall'agente tossico".