Giovedì 18 Aprile 2024

Siria, "Trump valuta l'azione militare"

Il Pentagono presenta le opzioni militari alla Casa Bianca. Mosca fa sapere che l'appoggio ad Assad non è incondizionato. Erdogan: "Allah vendicherà i 150 civili uccisi" Aggiornamento: Trump bombarda la Siria

Siria, il bombardamento dell'ospedale a Khan Sheikhun (Afp)

Siria, il bombardamento dell'ospedale a Khan Sheikhun (Afp)

New York, 6 aprile 2017 - Sempre più caldo il fronte siriano. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump sta prendendo in considerazione l'ipotesi di un'azione militare in Siria, dopo l'attacco chimico di due giorni fa, nella provincia di Idlib, costato la vita ad oltre 80 civili tra i quali molti bambini, oltre ad esser pronto a intervenire unilatralmente contro la Corea del Nord

È stato lo stesso presidente americano a svelare ad alcuni membri del Congresso di aver chiesto al Pentagono di valutare l'opzione di un intervento contro obiettivi del governo di Damasco. Del resto il tycoon, visibilmente scosso nel corso della conferenza stampa con il re di Giordania, lo aveva detto chiaramente: dopo quelle sconvolgenti immagini di bambini uccisi da una morte silenziosa nulla può essere più come prima. La decisione è dunque ora nelle mani del segretario alla Difesa, l'ex generale James Mattis, che insieme al capo di Stato maggiore delle forze armate Usa Joseph Dunford, dovrà valutare tutti i pro e i contro di un'eventuale escalation. A partire dalle possibili reazioni di Mosca e Teheran, finora gli alleati più vicini a Damasco.

Il rischio è immenso: quello di trasformare la drammatica guerra civile siriana in una vera e propria guerra a livello regionale, con Stati Uniti e Russia schierati su fronti opposti. Un caos che metterebbe a repentaglio anche la lotta contro l'Isis, con Washington e Mosca che finora, seppur tra mille divisioni, hanno agito insieme contro i jihadisti in Siria. Nei cassetti del Pentagono da tempo (fin dall'amministrazione Obama) ci sono piani che prevedono ogni tipo di intervento militare americano in Siria. Anche quello di bombardare i siti dove si ritiene Assad possa produrre e nascondere il suo arsenale chimico. Ora alcune di queste opzioni sono state rispolverate e indirizzate direttamente sulla scrivania dello Studio Ovale per l'ok del commander in chief.

Secondo Rex Tillerson, segretario di Stato, "non ci sono dubbi" che il governo in Siria sia responsabile dell'attacco chimico e parlando del ruolo futuro del presidente siriano Bashar al-Assad, Tillerson ha detto che "non c'è ruolo per lui nel governare il popolo siriano" e che "è molto importante che la Russia valuti attentamente il suo continuo sostegno al regime di Assad".

La Russia, dal canto suo, ammorbidisce la sua posizione e fa sapere che il suo supporto al presidente siriano Bashar al Assad non è incondizionato. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, afferma che Mosca chiede una esauriente indagine sull'attacco chimico.

La mappa della situazione sul campo e le cifre della guerra in Siria (Ansa/Centimetri)
La mappa della situazione sul campo e le cifre della guerra in Siria (Ansa/Centimetri)

E Ankara conferma definitivamente la pista del Sarin. "In base ai risultati delle analisi iniziali, gli esiti indicano che i pazienti sono stati esposti a una sostanza chimica (il Sarin)", scrive in una nota il ministero della Salute turco, confermando quanto già anticipato stamani dal ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, sui risultati delle autopsie delle tre vittime dell'attacco su Idlib morte in Turchia, che "suggeriscono che le ferite sono state causate dall'uso di armi chimiche". I campioni estratti durante gli esami, si precisa, verranno analizzati anche dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all'Aja (VIDEO).

Oggi il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha attaccato duramente il dittatore siriano. "Allah ti chiederà il conto per i 150 civili che hai ucciso, la pagherai per il male che hai fatto al tuo popolo", ha dichiarato Erdogan rivolgendosi ad Assad durante un comizio nella città di Balikesir, nel nord-ovest del Paese. Il presidente turco ha invitato l'omologo americano "a non far cadere nel vuoto" la condanna espressa nei confronti del regime del presidente siriano e a "intervenire concretamente". "Dia un seguito alle sue parole, la Turchia è pronta a fare la propria porta e assumersi le proprie responsabilità". Erdogan ha ribadito che la medesima proposta la aveva fatta anche all'ex inquilino della Casa Bianca Barack Obama, ma che ora si attende "una risposta diversa". Il presidente turco ha poi confermato che la Turchia ha inviato alle Nazioni Unite un dossier con i risultati delle autopsie dei 3 siriani morti ieri in Turchia che confermano l'utilizzo di armi chimiche, e in particolare del gas Sarin, da parte del regime di Assad, nell'attacco a Idlib dello scorso 4 aprile. 

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