Mercoledì 24 Aprile 2024

Russiagate, Flynn: 'Sono colpevole. Lo ordinò Kushner'. Abc: 'Testimonierà contro Trump'

L'ex consigliere ha ammesso di aver mentito all'Fbi riguardo 2 incontri con l'ex ambasciatore russo, ed è pronto a collaborare. Media: potrebbe testimoniare contro il presidente. Bloomberg e WP: Kushner diede ordine di contattare i russi. Trump twitta: è Fake News il licenziamento di Tillerson

Donald Trump e Michael Flynn (Afp)

Donald Trump e Michael Flynn (Afp)

New York, 1 dicembre 2017 - Probabile svolta nelle indagini nel caso del Russiagate, ovvero le presunte interferenze di Mosca durante le presidenziali americane. Michael Flynn, l'ex consigliere per la sicurezza nazionale dell'amministrazione e braccio destro di Donald Trump in campagna elettorale, secondo la Abc, sarebbe pronto a testimoniare contro il presidente degli Stati Uniti. Nel mirino ci sarebbe anche Jared Kushner, genero di Donald Trump, che secondo Bloomberg e il WP avrebbe dato l'ordine a Flynn di contattare in russi.

Oggi Flynn, in tribunale, si è dichiarato colpevole di false dichiarazioni all'Fbi sui suoi contatti con l'ambasciatore russo. "Le mie azioni sono state sbagliate. La mia dichiarazione di colpevolezza e la volontà di cooperare con il procuratore speciale riflettono la decisione che ho preso nel miglior interesse della mia famiglia e del mio paese. Accetto la piena responsabilità delle mie azioni" afferma Flynn, che ha aggiunto di essere pronto a collaborare con la giustizia..

Due i colloqui tra l'ex consigliere per la sicurezza nazionale e l'ex ambasciatore russo Sergei Kislyak finiti nel mirino del procuratore speciale Robert Mueller, che indaga sul Russiagate. Due incontri avvenuti il dicembre scorso durante la transizione presidenziale e sui quali Flynn avrebbe mentito all'Fbi. Nel primo colloquio l'ex generale avrebbe fatto pressioni sull'ambasciatore russo per aiutare gli Usa e Israele a fermare in Consiglio di sicurezza una risoluzione di condanna degli insediamenti in territorio palestinese. Nella seconda Flynn avrebbe invece chiesto a Mosca di evitare una escalation nei rapporti con Washington, in risposta alle sanzioni contro la Russia annunciate dalla amministrazione Obama. Sanzioni proprio legate alle interferenze del Cremlino sulle elezioni presidenziali americane.

Ora bisogna vedere cosa intende Flynn assicurando la sua "massima cooperazione" con la procura speciale. Secondo la Abc, che cita una fonte vicina a Flynn, l'ex consigliere sarebbe pronto a testimoniare che il "candidato Donald Trump lo ha incaricato di avviare contatti con i russi". Flynn, se non scende a patti col Mueller e collabora, rischia fino a un massimo di 5 anni di carcere e una sanzione da 250.000 dollari. 

Mueller su Flynn ha le idee chiare: "Le false dichiarazioni e le omissioni (l'aver taciuto su particolari determinanti, ndr) hanno ostacolato e, fino a prova contraria, hanno avuto un impatto materiale sulle indagini in corso dell'Fbi sull'esistenza di qualsiasi legame o coordinamento" tra la squadra della campagna elettorale di Trump e Mosca.

La notizia dell'incriminazione di Flynn è stata commentata da un consulente della Casa Bianca con un secco: "Era prevedibile". La strategia difensiva di Trump nelle parole del suo consigliere: "Trump lo aveva licenziato per aver mentito al vicepresidente. E , naturalmente, lui ha mentito anche al Fbi". Sempre la White House sottolinea che nei capi di accusa e nella dichiarazione di colpevolezza di Flynn non c'è nulla che coinvolga altre persone. Il caso riguarda solo lui.

Altro colpo a Trump lo assesta il New York Times, che citando una mezza dozzina di parlamentari e collaboratori, accusa il presidente di aver fatto, la scorsa estate, ripetute pressioni su importanti senatori repubblicani affinché chiudessero l'indagine parlamentare sul Russiagate. Il quotidiano fa notare che tali richieste rappresentino un intervento "molto inusuale" da parte di un presidente su un'indagine parlamentare in corso. 

Il nuovo sviluppo, l'incriminazione di Flynn, e il rischio che testimoni contro Trump, piomba sulla Casa Bianca mentre la riforma delle tasse si è fermata in Senato, dove i repubblicani stanno incontrando difficoltà e ancora non hanno i numeri necessari per l'approvazione. 

BLOMBERG: FU KUSHNER A DIRE A FLYNN DI CONTATATRE I RUSSI - Sarebbe stato il genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner, l'importante membro dello staff di transizione, che gestì il passaggio di consegna da Barack Obama a Donald Trump, ad ordinare al generale Michale Flynn, ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, di contattare i russi. Lo riferisce Bloomberg citando "un membro della squadra di transizione secondo il quale fu Kushner a chiamare Flynn per dirgli che aveva bisogno di avere contatti con qualsiasi ministro o ambasciatore di un Paese nel Consiglio di Sicurezza Onu (solo Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna oltre gli Usa hanno questo diritto) per ritardare o porre il veto la risoluzione" poi approvata di condanna delle colonie israeliane in Cisgiordania. 

Flynn violò il Logan Act del 1799, che vieta espressamente a privati cittadini di avere contati con funzionari di governi stranieri, chiedendo all'allora ambasciatore russo a Washington, Serghei Kislyak, l'aiuto di Mosca per bloccare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che condannò Israele.

Secondo il  Washington Post  Michael Flynn avrebbe confessato di aver agito d'intesa con Jared Kushner. Flynn si sarebbe consultato anche con altri esponenti del 'transition team' del presidente eletto.

TRUMP SU TILLERSON: FAKE NEWS  - Ha lasciato il dubbio per oltre 24 ore, e finalmente il presidente Usa Donald Trump ha sgombrato il campo dalle voci che davano per imminente il licenziamento del segretario di Stato Rex Tillerson. Su Twitter Trump ha accusato "i media di aver fatto girare voci che io abbia licenziato Rex Tillerson o che lui stia per lascia. FAKE NEWS. Lui non se ne sta andando ed anche se abbiamo disaccordi su certi aspetti" ricordando che "(sono io quello che comanda) noi lavoriamo bene insieme e l'America è nuovamente molto rispettata". Ieri il New York Times per primo aveva rivelato che Trump intendeva cacciare Tillerson e nominare il direttore della Cia, Mike Pompeo al suo posto. La Casa Bianca aveva chiarito, conservando una certa dose di ambiguità, che "al momento, Tillerson resta al suo posto".