Myanmar, Medici senza Frontiere: "In un mese uccisi più di 6.500 rohingya"

La denuncia arriva da MsF che da anni lavora nella zona. Bersaglio della polizia birmana è la minoranza musulmani. Morti 750 bambini sotto i 5 anni

I giocattoli dei bambini rohingya (Afp)

I giocattoli dei bambini rohingya (Afp)

Roma, 14 dicembre 2017  - Un rapporto di Medici senza Frontiere, sulla base di indagini svolte tra a 11.426 rifugiati rohingya in Bangladesh, denuncia che almeno 6.700 membri della minoranza sono stati uccisi nel mese di violenze scoppiate ad agosto in Birmania, nello stato del Rakhine. 

Il bilancio ufficiale delle autorità birmane riferito allo stesso periodo è di 400 vittime, e la maggior parte indicate come "terroristi islamici". Quasi tutte le vittime, stima Msf, sono state uccise da colpi di arma da fuoco, molte altre bruciate vive nelle proprie case date alle fiamme o picchiate a morte. 

"I numeri sono sottostimati, non abbiamo monitorato tutti i campi rifugiati", spiega un portavoce di Msf. "Abbiamo resoconti su intere famiglie bloccate nelle case poi date alle fiamme". 

Almeno 750 sono i bambini sotto i cinque anni ad aver perso la vita. Msf stima che le vittime nel mese di agosto possano superare le 13mila persone. I più prudenti parlano di 9 mila decessi accertati, nel 71.7% dei casi di morte violenta. 

Le percentuali choc: in un solo mese 6.700 rohingya hanno perso la vita colpiti da armi da fuoco (69% dei casi negli adulti; 59% nei bambini), bruciati vivi nelle loro case (9% negli adulti; 15% nei bambini), per violenti percosse (5% negli adulti; 7% nei bambini) e a causa dell'esplosione di mine (2% nei bambini).  

I dati sono chiari: la minoranza musulmana era il bersaglio della spirale di violenza iniziata il 25 agosto scorso quando l'esercito e la polizia della Birmania, oltre ad alcune milizie locali, hanno lanciato l'operazione di sgombero nello Stato di Rakhine, in risposta agli attacchi dell'Esercito per la salvezza dei Rohingya dell'Arakan. 

Da quel giorno più di 647mila rohingya sono fuggiti dalla Birmania per trovare rifugio nei campi profughi del Bangladesh.

"Il picco di morti coincide con il lancio delle operazioni da parte delle forze di sicurezza del Myanmar nell'ultima settimana di agosto", afferma Sidney Wong, direttore medico di Msf.  Il tasso di mortalità totale, tra il 25 agosto e il 24 di settembre, tra la popolazione intervistata è di 8 persone su 10mila al giorno, che equivale al decesso del 2,26% (con un intervallo di confidenza che va dall'1,87% al 2,73%) del campione della popolazione. 

Applicando questa proporzione alla popolazione totale arrivata in Bangladesh dal 25 agosto nei campi presi in esame dalle ricerche, il numero di rohingya morti nel primo mese dopo l'inizio del conflitto si attesterebbe tra le 9.425 e le 13.759 persone, includendo almeno 1.000 bambini di età inferiore ai 5 anni.

Wong poi parla degli recenti sviluppi: "La firma di un accordo per il ritorno dei Rohingya tra i governi di Myanmar e Bangladesh è prematura. I Rohingya non possono essere costretti a ritornare in Myanmar e la loro sicurezza e i loro diritti devono essere garantiti prima che qualsiasi piano di rientro venga preso seriamente in considerazione.