Russiagate, "Putin orchestrò attacco hacker per aiutare Trump"

La rivelazione del Washinton Post: "La Cia accertò che il Cremlino fu coinvolto nella campagna per screditare la Clinton prima delle Presidenziali. E Obama preparò la controffensiva"

Vladimir Putin (Ansa)

Vladimir Putin (Ansa)

Washington, 23 giugno 2017 -  "Putin tentò di boicottare Hillary Clinton scatenando gli hacker". A lanciare la bomba è ancora una volta il Washington Post. Secondo quanto riporta il quotidiano Usa che cita fonti di intelligence, la Cia ha accertato che il presidente russo fu coinvolto direttamente nelle attività di  hackeraggio per screditare la candidata democratica e aiutare l'amico Donald Trump durante la campagna per le presidenziali Usa. L'intelligence - scrive il WP - avrebbe attestato che Putin dette precise istruzioni specifiche in merito. 

Tutto risale al 22 luglio scorso, quando quasi 20mila email sottratte al comitato elettorale democratico vengono state pubblicate online da WikiLeaks. Siamo in piena campagna elettorale. In quel momento la Cia si mette al lavoro per ricostruire il quadro generale di un attacco informatico da parte dei servizi di spionaggio della Russia. Quadro che però risulterà chiaro solo nelle ultime settimane di vita dell'amministrazione Obama, a gennaio: in un rapporto declassificato, è stato rivelato ciò che gli 007 sospettavano fin dall'estate. E cioè che Putin avrebbe lavorato per far eleggere Trump. 

LA CONTROFFENSIVA DI OBAMA - Sempre secondo quanto riporta il Washington Post, Obama ordinò di predisporre un controffensiva informatica come rappresaglia per le interferenze di Mosca. Ma solo poco prima di lasciare la Casa Bianca.  La decisione finale - sferrare l'attacco o meno - sarebbe dunque toccata al neo-presidente Donald Trump. Il Post racconta anche come Obama fosse restio a prendere misure contro la Russia prima delle elezioni di novembre, perché "non voleva peggiorare le cose". 

LA CONFERMA SU PUTIN - La cyberoffensiva informatica di Mosca sono confermate da un membro dell'Amministrazione Obama, Jeh Johnson, per tre anni segretario alla Sicurezza interna statunitense, che due giorni fa ha testimoniando davanti ai membri della commissione Intelligence alla Camera: "Nel 2016, il governo russo, diretto dallo stesso Vladimir Putin, ha orchestrato attacchi informatici nella nostra nazione con l'obiettivo di influenzare le nostre elezioni - ha detto Johnson - Questo è un fatto, chiaro e semplice". 

"PRESSIONI DI TRUMP ALLA CIA" - Ed è una nuova tegola per il presidente Usa, ormai sempre più invischiato nella bufera del Russiagate, e indagato per "ostruzione alla giustizia". Ieri la notizia che è un ennesimo schiaffto: secondo quanto riporta la beninformata Cnn, il tycoon avrebbe fatto pressioni sui vertici Cia perché negassero pubblicamente ogni collusione tra la sua campagna e la Russia. A rivelarlo al procuratore speciale Robert Mueller (voluto dal Ministero della Difesa come 'commissario' al Russiagate) sarebbero stati il numero uno degli 007 Usa Don Coats e il capo della Nsa Mike Rogers.