Giovedì 18 Aprile 2024

Panama papers, 700 sotto la lente di Agenzia delle Entrate

Il dato è emerso dalla riunione della task force che indaga sulla maxi lista di soggetti e società che hanno trasferito fondi offshore

Panama Papers (Ansa)

Panama Papers (Ansa)

Parigi, 20 gennaio 2017 - Panama papers, atto secondo: sono 700 (ma destinati a crescere) i soggetti italiani coinvolti finora nelle indagini ai quali l'Agenzia delle entrate ha inviato una richiesta di chiarimenti. Il dato è emerso dalla riunione della task force che indaga sulla maxi lista di soggetti e società che hanno trasferito fondi offshore.

La task force si è riunita a Parigi per condividere le proprie conclusioni sulle indagini dei Panama Papers, alla quale hanno partecipato 30 amministrazioni finanziarie.

Le richieste di informazioni sono state inviate ai Paesi dove i soggetti italiani presenti nella lista detengono conti o risorse. Il meeting parigino era il terzo del gruppo JITSIC (Joint International Taskforce on Shared Intelligence and Collaboration). Le 30 amministrazioni finanziarie hanno condiviso le loro conclusioni sulle indagini dei Panama Papers, in particolare sul ruolo degli intermediari fiscali, inclusi istituzioni finanziarie, consulenti, avvocati e commercialisti, che hanno favorito l'evasione e l'elusione fiscale.

Rispetto alla riunione precedente, sottolinea l'Agenzia delle Entrate, "sono stati raggiunti significativi risultati, incluso lo sviluppo di approcci omogenei per richiedere le informazioni tra i partner dei trattati) ed è stata approfondita la conoscenza delle varie tipologie di evasione fiscale messe a punto dagli intermediari fiscali e delle nuove tecniche di analisi dei dati.

Progressi importanti sono stati ottenuti anche per l'attività di compliance, con oltre 1700 controlli e verifiche effettuati sui contribuenti, più di 2550 richieste di informazioni e l'individuazione di una lista target di 100 intermediari. Un ulteriore positivo effetto è rappresentato dal fatto che un cospicuo numero di contribuenti si è fatto avanti spontaneamente per dichiarare al Fisco le proprie operazioni offshore. Questo incontro si è concentrato sulla figura degli intermediari, con gli Stati membri che hanno messo in comune le prove sui soggetti chiave grazie agli sforzi realizzati come per esempio l'analisi dei dati, la procedura di collaborazione volontaria, i contraddittori con i contribuenti e la documentazione a disposizione.

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