Migranti, nuovo schiaffo europeo. "Non sarà presa alcuna decisione"

Il ministro estone: al summit di giovedì ascolteremo e basta

Migranti, sbarco a Salerno con 1200 persone (Olycom)

Migranti, sbarco a Salerno con 1200 persone (Olycom)

Bruxelles, 1 luglio 2017 - Vale più la parola, mezza parola per la verità, della cancelliera tedesca Angela Merkel oppure la parola del ministro dell’interno estone Andres Anvelt (socialdemocratico)? La risposta appare ovvia. Comunque, ieri Anvelt a Tallinn ha spiegato ai giornalisti accorsi per l’incontro tradizionale tra la nuova presidenza Ue di turno dal primo luglio (estone, appunto) e la Commissione, che alla riunione informale dei ministri dell’interno del 6-7 luglio, «non daremo alcuna risposta, ma ascolteremo dall’Italia quali sono stati i cambiamenti quest’ultima settimana per vedere come affrontare la questione della protezione delle frontiere, dei porti e le relazioni con la Libia».

IL MINISTRO estone presiederà la riunione e, se questa è davvero l’intenzione del consiglio, le tensioni saliranno. L’altro giorno, il governo italiano ha praticamente minacciato di chiudere i porti italiani agli sbarchi da navi delle organizzazioni non governative (che non battono bandiera italiana) cariche di migranti, in assenza di un immediato intervento solidale della Ue. Giovedì, però, Angela Merkel aveva dichiarato dopo un incontro con il premier Gentiloni e altri leader: «Auspico che a Tallinn si trovi una soluzione concordata». Alludendo, quindi, a decisioni. Si vedrà. Se davvero non ci fossero novità, se l’Italia dovesse uscire dalla riunione a mani vuote, ancora una volta, al governo sarà imposta una scelta: mettere in pratica la minaccia o no. La dichiarazione del ministro estone la dice lunga sulla difficoltà a trovare unità di azione nella Ue sulla gestione dei flussi. «Dobbiamo parlare e pensare a soluzioni attraverso la solidarietà, ma se diamo un primo segnale sulla protezione delle frontiere, la riduzione al massimo dell’immigrazione illegale e i rimpatri, poi sarà più facile procedere sul resto», ha specificato Anvelt. Poi ha aggiunto che «il tema più difficile è la solidarietà, ci dobbiamo muovere con capacità di comprensione per gli altri». Il fronte dell’Est, su questo, è sempre in subbuglio, con Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca che boicottano apertamente la redistribuzione dei rifugiati. Il francese Macron ha espresso sì grande attenzione per l’Italia; ma l’enfasi sulla differenza tra rifugiati e migranti economici è stata letta come un segnale totalmente contrario alla solidarietà nell’Unione. Un veto ad accogliere anche una piccola parte dei nuovi migranti.

IL PRESIDENTE della Commissione Juncker lavora per trovare soluzioni. All’Italia chiede solo di seguire la legislazione internazionale, concordare le mosse con gli altri governi e dare tempo alle ong di prepararsi (eventualmente) alla chiusura dei porti. «La prossima settimana vedrò con i premier di Italia e Grecia quali sforzi supplementari la Commissione può fare per alleviare i loro sforzi in questa lotta eroica». Si profila uno stanziamento di 40 milioni dal Trust fund Africa per progetti in Libia da approvare a luglio per sostenere la guardia costiera e il rafforzamento del confine meridionale. Spiccioli, rispetto alle promesse.