Venerdì 19 Aprile 2024

"Melania Trump come Jackie Kennedy". La first lady strega il ‘nemico’ Times

Il quotidiano di New York: "In Sicilia ha rubato la scena a Donald"

Melania Trump, con le altre first lady, a Taormina (Ansa)

Melania Trump, con le altre first lady, a Taormina (Ansa)

New York, 30 maggio 2017 - CON UN GRANDE ritratto a conclusione del primo viaggio all’estero, il New York Times la paragona a Jacqueline Kennedy. Non solo perché Melania Trump è la prima first lady cattolica dopo Jackie, ma soprattutto per il suo stile, che si è rivelato raffinato e indipendente, e anche per la determinazione con la quale ha spostato la mano di Trump dalla sua, camminando sul tappeto rosso dell’aeroporto israeliano Ben Gurion. Un gesto che ha ripetuto camuffandolo con un’aggiustata ai capelli svolazzanti anche il giorno dopo, scendendo dalla scaletta dell’Air Force One a Roma.   IN NOVE intensi giorni pieni di appuntamenti pubblici, segnati da abiti eleganti e diversissimi, che andavano dal solenne pizzo nero col velo indossato in Vaticano alla fioratissima giacca di Dolce & Gabbana (51.000 dollari) indossata a Taormina, Melania ha finito per rubare più volte la scena al pomposo marito, sicuramente più in difficoltà nel rapporto con i leader dell’Alleanza Atlantica a Bruxelles e con quelli del G7 in Italia. Donald Trump forse frenato da un ego troppo grande, non è arrivato a dire come fece John Kennedy nel 1961: «Ho accompagnato mia moglie a Parigi», prima del famoso incontro con De Gaulle, al quale Jacqueline si era rivolta in perfetto francese. Ma il presidente Usa ha elogiato Melania per il successo che ha ottenuto in ogni contatto, come nella base di Sigonella davanti a centinaia di soldati americani. Sicuramente con la sua grazia studiata e silenziosa, Melania ha ottenuto una calorosa accoglienza da papa Francesco e scatenato grande ammirazione non solo tra le altre first lady presenti a Taormina, ma anche da parte delle due premier, inglese e tedesca, spesso fortemente a disagio col marito-presidente. La sua voce sottile, come quella di Jackie, usata in circostanze rare, la riservatezza nel camminare spesso dietro Donald, se non diversamente previsto dal protocollo, la totale difesa della privacy del figlio Barron, che solo alla fine della scuola si muoverà con lei dalla Trump Tower alla Casa Bianca, ma soprattutto il suo approccio sociale e compassionevole, le visite agli ospedali in Italia (uno dei bambini con cui ha parlato ha ricevuto, poche ore dopo la visita, il nuovo cuore che aspettava da molto tempo), durante le quali si è detta «molto toccata», hanno fatto crescere tantissimo la sua popolarità nell’immaginario collettivo americano. Passo dopo passo Melania si sta ritagliando un ruolo di ‘fantasma leggero’, che si aggira con autorevolezza sempre maggiore nella West Wing, anche se ha ottenuto l’ufficio da first lady molto dopo quello di Ivanka, la figlia avuta da Donald con la prima moglie Ivana. La sua figura è diventata oggetto di profonde analisi, che arrivano a interpretare anche il linguaggio del corpo, come termometro del livello di solidità del suo matrimonio con Trump. È lo stesso New York Times, forse col malcelato intento di criticare il presidente, a sostenere in un lungo reportage che Melania è sicuramente la trionfatrice del primo viaggio internazionale della Casa Bianca, mentre anche per colpa delle gaffe e delle rivelazioni sul Russiagate non è certo benevolo il giudizio sugli altri membri della famiglia presidenziale da Ivanka al marito Jared Kushner.   QUELLA ‘piccola manata’ che Melania ha dato al marito (il video del gesto è diventato immediatamente virale in tutto il mondo), viene vista da tanti come il segno di una personalità forte e per ora leale, ma soprattutto di una donna che non intende essere telecomandata da nessuno. Nemmeno dal presidente degli Stati Uniti.