Matteo e la sua corte. L’orgoglio tricolore

Il Made in Italy fa spettacolo

Matteo Renzi e Barack Obama (Olycom)

Matteo Renzi e Barack Obama (Olycom)

Roma, 19 ottobre 2016 - PRENDETE ogni speranza voi ch’entrate. E Renzi spera che la sua ‘state dinner’ alla Casa Bianca preveda come antipasto la vittoria al referendum, come primo piatto l’approvazione dell’Italicum, come secondo la vittoria alle elezioni e poi chissà, per il dolce c’è solo da sbizzarrirsi, magari chiude Il Fatto.  La calata del premier circondato da uno stuolo di attori, registi, sportivi, sindaci, scienziati, stilisti, e già che ci siamo venga anche lei, Cantone, che un po’ di anticorruzione non fa mai male – la calata, dicevamo, ricorda quelle sfarzose corti rinascimentali con artisti, giullari, leopardi e pavoni che accompagnavano il principe nelle visite ufficiali ai pari grado sparsi qui e là per l’Europa. Manca solo la parrucca, la cipria, le calzature con tacchi e fibbia, e il tiro a quattro alla porta.  Al contrario di quanto si pensa, il carisma può essere trasmesso. E Renzi spera che il tocco di Obama riesca a trasformare anche lui in un leader saggio e rispettato, sensato e temuto, come il bacio della Boschi, volevo dire della principessa, può trasformare il rospo. 

È COME se Renzi fosse andato a Washington a chiedere il timbro della garanzia sul libretto di manutenzione del suo governo. E per convincere l’uomo più potente del mondo si è portato dietro tutto il carrozzone variopinto del made in Italy più apprezzato, ma anche più scontato, mancavano solo le linguine al pesto, la gondola di Venezia e Dante Alighieri. I premurosi addetti stampa hanno zelantemente provveduto a diffondere per tempo immagini terrificanti della tavola doppiamente presidenziale: una foresta amazzonica di posate, bicchieri, fiori, tovaglioli, candele, cartoncini artisticamente redatti da qualche discendente di Leonardo da Vinci, per studiare l’uso dei quali il nostro premier avrà sicuramente preso ripetizioni.    IMMAGINIAMO Renzi bendato che, come in Full Metal Jacket, invece del fucile, sotto le severe indicazioni dei maestri di palazzo, deve afferrare le posate giuste per delibare gli agnolotti e le braciole, l’insalata di zucca (mah) e la colatura di friarelli, qualunque cosa sia. E per favore Benigni, questa volta vediamo di non prendere in braccio anche Obama, se proprio vuole può camminare sulle sedie. Quella andata in onda nella notte italiana è la Renzi store in cinemascope, da Rignano all’America, mancava soltanto Veltroni e John Kennedy, i secoli di gloria italiana, Anco Marzio e Tullio Ostilio a confronto con Donald Trump e Hillary Clinton fanno ancora la loro figura. Per una sera risplendono i fasti del genio italico, pennelli e mandolini, centurie e Meucci: la brigata Renzi volteggia nel cielo sopra la Casa Bianca splendente di gloria e di onore. Amici italiani, una faccia una razza (anche se con Obama è un po’ più difficile, ammettiamolo). Poi tutti a casa a raccontare a Verdini l’effetto che fa.  La porti un bacione a Washington.