Manchester, 25 maggio 2017 - Don't look back in anger. Ovvero: non guardarti indietro con rabbia. Una donna intona la canzone degli Oasis e tutta la folla la segue in un tributo, improvvisato ma toccante, alle vittime dell'attentato di Manchester.
Goosebumps! The amazing moment Manchester crowd joins in with woman singing Oasis - Don't Look Back in Anger after minutes silence pic.twitter.com/Cw4mOq8yde
— Josh Halliday (@JoshHalliday) 25 maggio 2017
Siamo a St Ann's Square, Manchester. La piazza è gremita di persone venute a rendere omaggio ai tanti giovani morti nell'esplosione al concerto di Ariana Grande. A un certo punto una donna comincia a cantare 'Don't look back in anger', pezzo storico degli Oasis. Mano a mano si aggiungono altre voci, fino a contagiare tutta la piazza. L'effetto è commovente, come si vede nei tanti video postati sul web, uno pubblicato anche dal giornalista del Guardian Josh Halliday.
La musica è il filo rosso che unisce le due platee, quella di lunedì all'Arena e quella di oggi. Musica che non si spegne, nonostante la paura. Questo sembra essere il senso del canto spontaneo che tiene insieme i cittadini di Manchester in un momento di dolore, e invita alla speranza. La canzone non è casuale, richiama all'identità di un città (gli Oasis sono di Manchester). Soprattutto non è una canzone di rabbia. Al contario chiede di non guardare al passato con rancore: Manchester può andare avanti.