Via libera a navi italiane in Libia. Ma è giallo sulla richiesta

Sì dal Cdm. Sarraj nega, Gentiloni: "Risposto a quanto ci è stato chiesto. Non è un'operazione contro, ma di supporto" Migranti, così l'Italia fermerà gli scafisti - di L. BIANCHI

Le navi italiane impegnate nell'operazione 'Mare Sicuro' (Ansa)

Le navi italiane impegnate nell'operazione 'Mare Sicuro' (Ansa)

Roma, 28 luglio 2017 - Via libera dal Consiglio dei ministri alla delibera sulla missione in Libia di supporto alla guardia costiera locale per la lotta contro gli scafisti. "Quello che abbiamo approvato è né più né meno quanto richiesto di accordo nazionale libico", ha spiegato il premier Paolo Gentiloni in una dichiarazione al termine del cdm. "E' un passo in avanti nel contributo italiano nelle capacità delle autorità libiche di condurre il contrasto agli scafisti e di rafforzare la loro capacità di controllo delle frontiere e del territorio nazionale", ha aggiunto il presidente del Consiglio sottolineando che "è un pezzo di percorso della stabilizzazione" del Paese africano "a cui l'Italia sente il dovere di parteciparvi".

L'invio di navi "può dare un contributo significativo a rafforzare la sovranità libica, non è iniziativa contro la sovranità libica - ha aggiunto il premier -. Sarebbe non rispecchiare la sostanza della decisione del governo presentarla come un enorme invio di grandi flotte e squadriglie aerei. È una richiesta a cui abbiamo aderito di supporto alla guardia costiera libica". 

IL GIALLO DELLA SMENTITA - Resta comunque il giallo sulla smentita della richiesta di invio di mezzi militari da parte del premier del governo di accordo nazionale libico, Fayez al Sarraj. In un comunicato diffuso dai media libici, Sarraj ha bollato come infondate le notizie diffuse a riguardo, che a suo giudizio mirano solo a minare l'esito dell'incontro avuto a Parigi martedì scorso con il generale Khalifa Haftar. Sarraj è stato ricevuto mercoledì scorso a Palazzo Chigi e Gentiloni ha riferito della richiesta arrivata da Tripoli nella conferenza stampa congiunta tenuta al termine del faccia a faccia con il collega libico.

Migranti, a Tripoli anche droni e sottomarini. "Così l’Italia fermerà gli scafisti"

"Il presidente Sarraj mi ha indirizzato alcuni giorni fa una lettera nella quale si chiede al governo italiano un sostegno tecnico attraverso unità navali nel comune contrasto al traffico di esseri umani. Un sostegno tecnico a un impegno comune da svolgersi in acque libiche con unità navali inviate dall'Italia", ha detto Gentiloni mercoledì scorso al fianco di Sarraj. Diversa la versione offerta dal premier libico nella nota diffusa ieri: "Con gli italiani abbiano concordato di continuare nel sostegno alla Marina libica attraverso addestramento e fornitura di attrezzature militari che ci consentano di condurre operazioni di soccorso verso i migranti e di contrastare i trafficanti di esseri umani, oltre alla fornitura di attrezzature elettriche di controllo per i nostri confini meridionali". Sarraj ha quindi aggiunto che "la sovranità della Libia è una linea rossa".