Giovedì 18 Aprile 2024

Kurdistan iracheno, oggi referendum per l'indipendenza da Baghdad

Storica consultazione dalle conseguenze imprevedibili, sia per l'Iraq che per Turchia e Siria. Erdogan minaccia: "Pronti a intervenire"

Referendum per l'indipendenza da Baghdad per il Kurdistan (Ansa)

Referendum per l'indipendenza da Baghdad per il Kurdistan (Ansa)

Erbil, 25 settembre 2017  - Nel Kurdistan iracheno oggi si vota per lo storico referendum sull'indipendenza da Baghdad. Un appuntamento dalle conseguenze imprevedibili, sia per l'Iraq che per gli altri Paesi dell'area, a cominciare dalla Turchia. 

Le operazioni di voto sono iniziate alle 8 (le 7 in Italia) e continueranno per 12 ore.  Sono 12.072 i seggi a cui sono chiamati i 5,3 milioni di elettori curdi registrati, sparsi in tre province del Kurdistan autonomo: Erbil, Sulaimaniyah e Dohuk, ma anche la nella provincia contesa (e ricca di petrolio) di Kirkuk.  

L'iniziativa referendaria, promossa dal presidente della regione autonoma curda Massoud Barzani, ha irritato e preoccupato i Paesi confinanti dove vivono importanti minoranze curde: Turchia, Iran e Siria.

Il presidente del Kurdistan iracheno, Massud Barzani, ha votato per il referendum sull'indipendenza intorno alle 08:30 ora locale. Il leader curdo è arrivato al centro elettorale di saladino, al nord della capitale, Erbil, dove ha il suo ufficio e la sua residenza, per votare 'sì' all'indipendenza, come era prevedibile e come ha confermato il suo consigliere, Hemim Hawrani, Barzani non ha fatto alcuna dichiarazione dopo aver depositato la sua scheda nelle urne. 

image

PREMIER CURDO: VOGLIAMO NEGOZIATI PACIFICI - Nechirvan Barzani, il primo ministro della regione settentrionale del Kurdistan in Iraq, ha definito il referendum di oggi "una giornata storica, in cui la gente curda che vive in quest'area vuole esprimere in maniera pacifica e democratica la propria opinione sul futuro". La consultazione non avrà comunque effetto immediato, assicura Barzani: "Non è nostra intenzione dichiarare l'indipendenza subito dopo la chiusura dei seggi: vogliamo che Baghdad e i nostri Paesi confinanti capiscano qual'è il desiderio dei curdi", quello cioè di autonomia, che però andrà inseguita "attraverso un dialogo serio e dei negoziati democratici con l'Iraq".

ERDOGAN MINACCIA - L'esercito turco è schierato al confine con il nord Iraq, pronto a intraprendere i "passi necessari" a seguito del referendum, è quanto ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan. Non è un caso che da una settimana sono in corso esercitazioni militari alla frontiera delle forze armate di Ankara. "Potremmo entrare in Iraq improvvisamente di notte. Come abbiamo liberato Jarablus, al-Rai e al-Bab da Daesh (l'Isis) in Siria, se ce ne sarà bisogno non ci tireremo indietro dal compiere passi simili in Iraq". In più il leader turco ha anche ipotizzato un embargo al commercio petrolifero del Kurdistan iracheno. "Vedremo a chi lo venderanno, la Turchia controlla la valvola", ha detto, riferendosi all'oleodotto che collega Kirkuk al terminale turco di Ceyhan, sul Mediterraneo.

TURCHIA RAFFORZA CONTROLLI AL CONFINE - La Turchia ha rafforzato i controlli al valico di frontiera di Habur con il nord Iraq, a seguito del referendum consultivo del Kurdistan iracheno. Si tratta della prima delle reazioni ripetutamente minacciate da Ankara. Il confine resta "al momento" aperto, ha precisato il ministro per le Dogane, Bulent Tufekci. La Turchia ribadisce inoltre di non riconoscere la consultazione, invitando la comunità internazionale a fare altrettanto. Ankara ha minacciato "qualsiasi misura" di fronte a eventuali pericoli alla sua "sicurezza nazionale" derivanti dal voto.

COLLABORAZIONE BAGHDAD-ISTANBUL - Il premier turco, Binali Yildirim, ha annunciato che Ankara imporrà sanzioni al Kurdistan iracheno, in coordinamento con Baghdad per il referendum indipendentista. "Per noi, l'unica autorità legittima è Baghdad. Lo spazio aereo e i valichi di frontiera dipendono dal governo centrale. E questo comprende gli oleodotti", ha detto in un'intervista all'emittente turca NTV. 

IRAN CHIUDE CONFINI - Anche l'Iran ha chiuso i confini con il Kurdistan iracheno in risposta al referendum sull'indipendenza. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri. "Su richiesta del governo iracheno, abbiamo chiuso i confini via terra e aria", ha spiegato il portavoce, Bahram Ghasemi, in una conferenza stampa. Il referendum è "illegale e illegittimo", ha aggiunto. L'Iran aveva già annunciato domenica che fermava tutti i voli da e per il Kurdistan.