Papà Le Pen: "Francia in decadenza. Mia figlia può salvarla"

Il leader storico del Fronte Nazionale, Jean Marie: "Marine ha sbagliato campagna ma deve farcela"

Jean Marie Le Pen e la figlia Marine. I due non si parlano più (Afp)

Jean Marie Le Pen e la figlia Marine. I due non si parlano più (Afp)

Parigi, 26 aprile 2017 - HA VOTATO per sua figlia Marine nonostante gli screzi familiari. Fa l’elogio del tribuno trotzkista Jean-Luc Mélenchon. Si prepara a pronunciare un discorso «storico» il primo maggio a Parigi davanti alla statua di Giovanna D’Arco. A 88 anni il patriarca del Fronte Nazionale, ex presidente e fondatore del partito nel lontano 1972, continua a far politica nel suo fortino di Montretout che domina Parigi dall’alto della collina di Saint Cloud. E non ha affatto l’intenzione di mollare.

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Signor Le Pen, domenica scorsa Marine ha avuto 7 milioni 658 mila voti. Lei ne ottenne 4 milioni 800 mila al primo turno delle presidenziali 2002. La figlia ha largamente battuto il padre. Geloso? «Io? Figuriamoci!».

Marine continua a portare il suo nome: ma il marchio Le Pen oggi rappresenta un vantaggio o un handicap per un leader che vuole rinnovare il partito? «Questo non lo so. Vedremo. Per me la vita comincia sempre da domani e sono pieno di speranza».

Che cosa ha preso Marine da lei? «Molte cose. Di sicuro le sono stato di esempio per il lavoro che ho fatto in questi ultimi 40 anni».

Il successo del 23 aprile è anche merito suo, o solo di Marine? «Il successo del Fronte Nazionale è come una piramide: è stato costruito pietra su pietra nel corso di decenni. Marine si è messa all’opera molto dopo di me. In ogni modo mi rallegro di vedere che le nostre idee progrediscono nell’opinione pubblica. Sfortunatamente progrediscono parallelamente alla decadenza sempre più evidente della Francia».

Che cosa pensa di Macron? «Il peggio possibile. È una marionetta del partito socialista, un uomo mascherato che cerca di far dimenticare di essere stato un ministro di Hollande».

Mélenchon invece le piace, se non altro perché non ha voluto ordinare ai suoi di votare contro il Fronte Nazionale. «Mélenchon è un socialista sostenuto dai comunisti, ma ha fatto una bella campagna. È un ottimo oratore, il migliore. Ha un notevole talento personale. La sua posizione mi è parsa degna, coerente e corretta».

Fillon invece non le va. «Per niente. Appartiene al sistema, al vecchio apparato UMP-PS: era ovvio che desse un’indicazione di voto in favore di Macron».

E Sarkozy, che preferisce astenersi? «Di Sarkozy so soltanto che gli elettori lo hanno respinto relegandolo al posto che si merita».

Se François Hollande si fosse ripresentato, avrebbe fatto meglio di Macron? «Non credo. I socialisti hanno scelto Macron perché pensavano che avesse maggiori possibilità di Hollande. Il vantaggio per Macron è che è difficile attaccarlo perché non ha fatto un bel niente fino ad ora».

Sua figlia sarà al suo fianco per il comizio del primo maggio? «Non credo proprio. Lei andrà alla sua manifestazione e io alla mia. Non lavoriamo insieme».

I rapporti non sono migliorati? «Non lo so. Non ho rapporti, dunque non so se sono buoni o cattivi».

Non vi vedete? «No».

Pensa che Marine avrebbe dovuto condurre una campagna elettorale più aggressiva, tipo Trump? «Sì, ha fatto una campagna troppo cool. È vittima di una politica sterile, è preoccupata di fare il lifting al partito, che secondo lei ha aspetti demoniaci. Questo l’ha privata di molte simpatie nei ranghi dei fedelissimi. Invece di parlare tanto di Europa ed economia, avrebbe fatto meglio a privilegiare i temi storici dell’estrema destra, l’immigrazione, il terrorismo, la criminalità, la disoccupazione».

Voterà comunque per lei al secondo turno? «Certo, come ho già fatto al primo. Marine è la candidata nazionale designata dal suffragio universale. I francesi dovrebbero aver fiducia in lei ed eleggerla presidente della Repubblica bocciando il suo avversario, un socialista sorridente che cerca di spacciarsi per qualcosa che non è».

Marine non l’ha chiamata domenica scorsa? «No, ma non mi aspettavo niente del genere».

Potreste riappacificarvi? «Ho un cuore di padre. Posso subire molte villanie, e perdonare».

Marine Le Pen ed Emmanuel Macron (Ansa)