Iran, ancora morti negli scontri a Doraud. Stretta sui social

Bloccati Instagram e Telegram. Il governo: "Nessun proiettile sparato dalla polizia". Diversi feriti, decine di arresti

Iran, un momento delle proteste (Ansa)

Iran, un momento delle proteste (Ansa)

Roma, 30 dicembre 2017 - Dilagano le proteste in diverse città dell'Iran contro il carovita e si contano le prime vittime della repressione messa in atto dal regime. Nella notte altre due persone hanno perso la vita a Doraud, che si aggiungono ai sei morti di ieri. Lo ha reso noto all'agenzia stampa semiufficiale Mehr il vice capo della sicurezza del governatore della provincia Habibollah Khojastepour. Non ha spiegato le cause della morte dei due dimostranti, ma ha sottolineato che "nessun proiettile è stato sparato dalla polizia e dalle forze di sicurezza sulla folla". L'agenzia Mehr scrive che la protesta di Doroud - una città circa 325 chilometri a sudovest di Teheran - non era stata autorizzata. "Il raduno doveva finire in modo pacifico - ha commentato Khojastepour - ma sfortunatamente questo è successo a causa della presenza di agitatori".

Secondo i Guardiani della rivoluzione, uomini con armi "militari e da caccia si sono introdotti nella manifestazione e hanno esploso colpi sulla folla e contro gli edifici governativi". In alcuni video pubblicati ieri notte sui social media si vede un dimostrante con una ferita da arma da fuoco e manifestanti a terra mentre in sottofondo si sente il rumore di spari. Nel bilancio ci sono anche sei feriti. Proteste anche ad Arak, circa 280 chilometri a sud di Teheran, dove questa mattina, secondo l'agenzia stampa semiufficiale Ilna, le autorità hanno arrestato una ottantina di dimostranti.

Ieri, sia nella capitale che in altre località decine di migliaia di persone hanno organizzato manifestazioni a favore dell'attuale governo e del presidente Hassan Rohani. Il governo ha bloccato internet e avvertito: non saranno tollerati ulteriori "assembramenti illegali". E' stato inoltre limitato l'accesso sui telefoni cellulari ai social media InstagramTelegram. L'accesso a Telegram, accusato dal governo di fomentare le violenze durante le manifestazioni di piazza, è stato ridotto a partire dal primo pomeriggio di oggi, stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa Isna e da altri media. Sugli scontri in Iran è intervenuto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Attraverso la portavoce della Casa Bianca ha twittato: "Il governo iraniano dovrebbe rispettare i diritti del suo popolo, compreso il diritto di espressione. Il mondo sta guardando".