Giovedì 18 Aprile 2024

Il fascino della canaglia

Viviana Ponchia

FRA l’ispettore Ginko e quella canaglia di Diabolik qualsiasi donna scarterebbe Ginko, che pure è un pezzo d’uomo e come l’eterno rivale ha la kappa malandrina. Anche un’agenzia di moda non avrebbe dubbi. Il poliziotto potrebbe al limite riciclarsi nell’ufficio contabilità mentre il delinquente in calzamaglia farebbe schizzare le vendite dell’intimo. L’eroe delle sorelle Giussani, che passarono i loro guai per difenderlo dagli ipocriti, come un Jeremy Meeks o un Fabrizio Corona possiede le caratteristiche che facevano sciogliere di tenerezza Jean Jenet di fronte ai gaglioffi attraenti. È un felice concorso di coincidenze: bellezza del volto, forza e eleganza del corpo. Con in più il raro gusto del delitto unito al vigore morale capace di accettare un destino notturno, di pagarne le conseguenze e di uscirne comunque risplendente. Fanno simpatia. Fanno sangue (vedi anche alla voce vampiro, su tutti lo straordinario Gary Oldman nel film di Coppola). Insegnano che l’ombra ha spazi di tenerezza e di etica rigorosa.

 

DIABOLIK è una vera carogna, ruba e ammazza, ma è meno falso di James Bond, il finto buono che ne combina di tutti i colori sotto il beneplacito della legge. Questo spiega non solo la preferenza delle donne ma anche il potente desiderio di identificazione degli uomini, che se sono sinceri fino in fondo devono ammettere di avere chiesto al parrucchiere almeno un taglio alla Corona. Alla bellezza si perdonano tante cose, persino la promiscuità con il delitto e le derive imperdonabili che hanno portato a fondare i fan club di Pietro Maso e convinto le ragazze a scrivergli in carcere per farsi sposare. I giapponesi hanno studiato il fenomeno e durante un meeting della Human Behavior and Evolution Society hanno spiegato che non c’è niente da fare, alle donne piace così: bugiardo, vanitoso, sfuggente, vagamente borderline. In dosi moderate queste caratteristiche garantiscono successo in termini evolutivi grazie alla maggiore attività sessuale. I bravi ragazzi si possono consolare con un’altra ricerca firmata da David Schmitt della Bradley University: il bello e dannato perde colpi con il passare degli anni, quando Eva Kant si rende conto che per garantire la prosecuzione della specie occorre avere al fianco qualcuno che sappia cambiare i pannolini.