Venerdì 19 Aprile 2024

"Copiata la nostra auto senza pilota". Google porta Uber in tribunale

Guerra di spie: un ex manager avrebbe venduto i disegni ai rivali

Google car (Lapresse)

Google car (Lapresse)

Roma, 25 febbraio 2017 - LA STORIA dell’auto a guida autonoma si tinge di giallo. Google ha accusato Anthony Levandowski, ex-direttore dello sviluppo della Google Car, di aver sottratto migliaia di file riservati sulle sue tecnologie, sfruttandole nei sistemi di Otto, la società per la guida autonoma creata dallo stesso Levandowski e poi acquisita da Uber. La vicenda potrebbe portare a un contenzioso legale senza precedenti per Google, che ha denunciato Otto e Uber attraverso Waymo, la società costituita nel 2016 per occuparsi della Google Car. Waymo sostiene che Otto è riuscita a produrre in breve tempo un proprio sistema basato sulla tecnologia LiDAR (una sorta di radar che permette all’automobile di rilevare gli ostacoli che ha intorno) copiando i progetti di Google. Sarebbe stato Levandowski a trafugare questi segreti, sottraendo 14mila documenti «altamente riservati» poco prima di lasciare Google. 

LA TRAMA di Levandowski è stata scoperta analizzando il computer aziendale che utilizzava prima di andarsene. Verifiche di questo tipo non sono eseguite abitualmente, ma si è deciso di procedere quando un dipendente di Waymo ha ricevuto una strana email, nella quale era stato incluso in copia per errore. Il messaggio, inviato da uno dei fornitori dei componenti di LiDAR, era intitolato Otto Files. L’email era indirizzata a dirigenti di Uber e comprendeva, in allegato, i progetti per costruire un circuito stampato per il LiDAR di Otto che secondo Waymo è tale e quale al proprio. Insospettiti, i responsabili della sicurezza di Waymo hanno recuperato il computer aziendale usato da Levandowski e hanno analizzato i file passati attraverso la memoria, rilevando un trasferimento di 14mila file dal computer a un disco esterno. In questo modo Levandowski sarebbe riuscito a far uscire dall’azienda informazioni fondamentali per costruire un LiDAR migliore di quelli della concorrenza, tale e quale ai dispositivi utilizzati sulle automobili che si guidano da sole di Google. Levandowski, che si occupa di auto a guida autonoma fin da quando studiava a Berkeley ed è stato assunto da Google nel 2007, aveva iniziato a lavorare a un progetto alternativo già prima di uscire da Google a fine gennaio 2016. Secondo la ricostruzione degli avvocati di Waymo, Levandowski aveva detto ad alcuni colleghi in Google di volere riprodurre il LiDAR e altre tecnologie in una nuova azienda. 

LE DATE indicate nella causa non sembrano deporre a sua favore: Levandowski visitò la sede di Uber a San Francisco il 14 gennaio 2016, il giorno seguente avviò la fondazione di Otto e meno di due settimane dopo lasciò Google senza preavviso. Pochi mesi dopo, in agosto, Uber formalizzò l’acquisizione di Otto per 680 milioni di dollari. Gli avvocati di Waymo segnalano un’altra particolare coincidenza: Uber annunciò l’acquisizione di Otto solo quando Levandowski aveva ottenuto la sua liquidazione multimilionaria da parte di Google. Uber, da parte sua, sta entrando con grande decisione in questo mercato. A luglio del 2016 l’azienda ha annunciato un progetto per un servizio di auto a chiamata che si guidano da sole a Pittsburgh, il mese dopo ha formalizzato l’acquisizione di Otto e già a settembre ha avviato le prime corse a Pittsburgh. Ma a Google non piace farsi battere sul tempo. La guerra per il primato nell’auto a guida autonoma è cominciata.