Martedì 23 Aprile 2024

Elezioni Gran Bretagna, ultimi sondaggi. Corbyn si avvicina

La strage scuote il voto inglese. Il laburista all'attacco del premier May

Jeremy Corbyn e Theresa May (Ansa)

Jeremy Corbyn e Theresa May (Ansa)

Londra, 6 giugno 2017 - Lutto corto in politica per le vittime dell’attentato di sabato sera, perché sia Theresa May sia Jeremy Corbyn non hanno voluto lasciare nulla al caso nelle ultime 48 ore prima delle elezioni generali in Gran Bretagna, che si terranno dopodomani, giovedì. Mentre i sondaggi, per quanto affidabili, rilevano un accorciamento delle distanze fra Conservatori e Laburisti (Yougov annuncia addirittura che ci sarebbero solo 4 punti di distanza fra May e Corbyn, mentre ICM rimane a quota 11) i bookmaker (secondo gli inglesi, molto più affidabili) danno a intendere che è molto probabile che i Tory mantengano la maggioranza, forse anche con un discreto margine. Il sito del Telegraph ha riportato un agglomerato di tutti i poll della giornata che vedono come un miraggio la maggioranza schiacciante che i Tory avevano al 18 aprile scorso, data in cui la May ha annunciato queste elezioni a sorpresa. Ora quel vantaggio si sarebbe ridotto della metà, mentre i laburisti, a cui nessuno dava nemmeno una pallida speranza, hanno rimontato costantemente e potrebbero anche vincere.

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IERI la premier ha continuato sulla linea della fermezza, parlando soprattutto di "sicurezza e stabilità", rispolverando l’immagine del «mondo libero» sotto tiro, garantendo ai poliziotti licenza di "uccidere i terroristi" e infierendo sulla "leadership mancante" di Jeremy Corbyn e incalzando: "Abbiamo bisogno di una leadership forte per guidare il nostro Paese, adesso più che mai. Ed è quello che io offro". La May, che ha fama di donna d’acciaio dopo 6 anni come ministro degli Interni, ha parlato del suo piano per aumentare poteri e risorse all’antiterrorismo, del cambio di marcia necessario per fermare i terroristi e della fermezza necessaria per i negoziati con l’Ue per "fare della Brexit un successo".

Corbyn, come tutta risposta, è andato per lo scontro frontale, chiedendole di dimettersi: "La colpa dei tre attentati che in poche settimane hanno sconvolto il Paese è di chi ha tagliato le risorse destinate alla sicurezza, ovvero Theresa May". Corbyn e Tim Farron, dei liberal democratici, hanno rinfacciato alla May di aver tagliato il numero di poliziotti di 20mila unità, e quello degli agenti armati del 18%, anche se la premier ha annunciato già l’anno scorso che avrebbe rimpinguato a breve il numero di cecchini. La May ha risposto che "non si tratta solo di uomini ma di poteri", cosa di cui le ha dato ragione Lord Carlile, esperto di anti terrorismo. E bisogna vedere se Corbyn è risultato convincente. Dopotutto lui, che si è sempre schierato contro l’ordine di sparare per uccidere anche in casi di terrorismo, che non ha voluto dire se farebbe mai uso delle armi nucleari in caso di attacco diretto e che descrisse la morte di Osama Bin Laden come "una tragedia", ieri si è rimangiato tutto, dicendo che ora sarebbe pronto "ad autorizzare l’uso di tutta la forza necessaria richiesta dagli agenti".

John Curtice, della thinktank Whatukthinks.org: "È probabile che la May le vinca le elezioni, ma bisogna vedere come. Una volta la linea che divideva la Gran Bretagna era basata sulla classe sociale, i ricchi votavano tory e i poveri labour. Oggi non è così e la nuova linea divisoria si basa sull’età: più di due terzi della popolazione dai 18 ai 24 anni sta con il labour, mentre più di due terzi degli over 65 sta con i tory".