Elezioni Catalogna, i risultati. Maggioranza agli indipendentisti

Maggioranza assoluta alle tre liste autonomiste. Ma Ciudadanos primo partito. Affluenza record. Puigdemont: risultato inequivocabile

Puigdemont esulta da Bruxelles (Afp)

Puigdemont esulta da Bruxelles (Afp)

Barcellona, 21 dicembre 2017 - Elezioni in Catalogna. I risultati danno alle tre liste indipendentiste (JxCat, Erc e Cup) la maggioranza assoluta nel nuovo Parlamento con 70 seggi su 135 - due in meno rispetto al 2015 -  contro 57 deputati dei tre partiti unionisti (Cs, Psc e Pp) e 8 alla 'terza via' di Cec-Podemos. Il partito più votato, però, è l'unionista Ciudadanos della 31enne Ines Arrimadas con 34 seggi, davanti alla lista indipendentista JxCat di Carles Puigdemont - fuggito in Belgio al carcere -, con 34 seggi, Erc con 32 seggi, Psc 17, Cup 4 e Pp 4. L'affluenza alle urne è stata altissima, del 82%. Il fronte indipendentista ottiene dunque la vittoria, seppura con due voti in meno rispetto al 2015, ma con i numeri per governare di nuovo la Generalitat. Duro colpo per il premier spagnolo Mariano Rajoy, principale sconfitto di questo voto: il leader del partito popolare è di fatto di fatto scomparso nella Generalitat, crollato da 11 a soli 4 seggi.

REAZIONI - C'è stata "una partecipazione record, storica, con un risultato che nessuno può mettere in discussione", ha esultato da Bruxelles il leader indipendentista Carles Puigdemont, in una conferenza stampa in catalano. Puigdemont ha ripetuto due volte: "La Repubblica catalana ha battuto la monarchia sull'articolo 155", aggiungendo: "Rajoy è stato sconfitto". Ora servono una "rettifica", una "riparazione" e la "restituzione della democrazia". Nelle urne catalane "lo Stato spagnolo ha perso", ha detto ancora. "La Repubblica catalana ha sconfitto la monarchia spagnola e il 155 (l'articolo della costituzione che ha permesso a Madrid di prendere il controllo della Catalogna, ndr)", ha aggiunto.

EXIT POLL - I risultati confermano, in parte, gli exit poll: gli indipendentisti erano dati per vincitori, con, però i centristi unionisti di Ciudadanos il primo partito. Anche se, per i primi sondaggi il fronte indipendentista non aveva la maggioranza assoluta. Dato invece smentito dai risultati dello spoglio che è tuttora in corso.  

AFFLUENZA - Altissima l'affluenza: la partecipazione al voto catalano ha toccato l'82%, il valore più alto mai registrato, sette punti in più rispetto alle consultazioni del 2015, quando l' affluenza fu del 74,95%. Nel complesso sono stati circa quattro milioni e mezzo gli elettori che hanno espresso la propsia preferenza. Già alle 18 il numero dei votanti era pari al 68,3%, più alta di oltre cinque punti il livello già record di quelle del 2015 (quando si attestava al 63,12%). Per provincia, Barcellona registra un notevole aumento, passando dal 63,21% del 2015 al 68,32% di oggi. A Girona sale di tre punti, dal 65,08% al 68,16%. A Lleida, sale dal 61,11% al 66,54%. E a Tarragona supera anche quasi cinque punti rispetto a quanto registrato due anni fa, passando dal 61,78% al 66,46%. 

IL PUNTO - Le elezioni, che cadono a quasi tre mesi dal referendum per l'indipendenza, sono state convocate dal premier spagnolo Rajoy dopo la destituzione del presidente Carles Puigdemont, il suo governo e lo scioglimento del 'Parlament' per la proclamazione della repubblica catalana che ha portato alla dura repressione di Madrid. Ora è da vedere come gli indipendentisti potranno governare: tra i candidati ce ne sono cinque fuggiti in Belgio (l’ex presidente Carles Puigdemont, i ministri Clara Ponsatí, Toni Comín, Lluís Puig e Meritxell Serret) e tre in carcere in Spagna (l’ex vicepresidente Oriol Junqueras, Jordi Sànchez e Joaquim Forn): a norma di legge sono eleggibili ma è tutto da vedere se, quando eletti, potranno esercitare la loro funzione o anche solo delegare il voto.