Cuba, l'Onu vota contro l'embargo. Usa astenuti per la prima volta

Annuncio storico: dopo 50 anni gli Stati Uniti non si oppongo alla revoca. La risoluzione è stata approvata con 191 voti a favore e due astensioni

Universitari festeggiano la possibile fine dell'embargo contro Cuba (Afp)

Universitari festeggiano la possibile fine dell'embargo contro Cuba (Afp)

dall'inviato GIAMPAOLO PIOLI

New York, 27 ottobre 2016 - Il ministro degli esteri cubano, Bruno Rodriguez Parilla, applaude quando parla l’ambasciatrice americana all’Onu Samanta Power. Il suo annuncio è storico: dopo 50 anni di voti contrari che hanno visto gli Usa e Israele isolati dal resto del mondo per l’embargo a Cuba, "gli Stati Uniti - dice la Power - per la prima volta si astengono in attesa che l’intero embargo venga tolto al più presto". Subito dopo cita l’esempio eroico di un medico cubano in Sierra Leone per combattere Ebola e il grande impegno de l’Avana a fianco degli Usa e degli altri paesi per sconfiggere il contagio. "Questo dell’Ebola - spiega la Power - è stato la dimostrazione di cosa possono fare le Nazioni Unite quando sono davvero unite e funzionanti". 

Rodriguez Parilla ha presentato la risoluzione che chiede l’abolizione totale dell’embargo a Cuba che è stata votata da 191 paesi con 2 astensioni. L’applauso dell’assemblea generale dopo il voto segnala un ritrovato spirito di unità per il Palazzo di Vetro proprio alla vigilia dell’insediamento del nuovo segretario generale designato l’ex premier portoghese Antonio Guterres che sostituirà Ban Ki-moon a partire dal 1 gennaio 2017. Il voto sulla fine dell’embargo segna un altro piccolo passo avanti nella relazione tra Obama e Raul Castro che ha già visto la riaperture delle ambasciate cubana e americana nei due paesi e, dopo la visita di Barack a Cuba nella primavera scorsa, anche la regolarizzazione di voli dagli Usa a l’Avana incluse enormi facilitazioni per l’ottenimento dei visti sia per i cubano-americani che per i semplii cittadini americani soprattutto se uomini d’affari interessati a stabilire relazioni commerciali e industriali con l’Isola ormai raggiungibile anche via mare direttamente da Miami. Nel suo discorso all’Onu però l’ambasciatrice Power non ha mancato di rilevare che esistono comunque ancora enromi differenza fra la Casa Bianca e l’Avana soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e la libertà d’informazione che non trova ancora completa applicazione nell’isola castrista.