Israele: nuova impennata di contagi Covid. Cosa sta succedendo, l'analisi dei dati

Aumento delle infezioni con la riapertura delle prime scuole. Ma calano i casi gravi tra i vaccinati (e con terza dose)

Vaccinazione anti Covid in Israele (Ansa)

Vaccinazione anti Covid in Israele (Ansa)

Roma, 26 agosto 2021 - C'è una nuova impennata di contagi in Israele. Ed è un dato che mette in allerta tutti perché avviene in uno dei Paesi dove la campagna di vaccinazione è partita per prima e sta proseguendo in modo massiccio, con anche la somministrazione della terza dose già autorizzata da quasi un mese. Cosa sta accadendo e bisogna preoccuparsi? 

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Gli ultimi dati

Ieri in Israele sono stati registrati 10.001 nuovi casi Covid in un solo giorno, ed è stato il dato più alto dallo scorso gennaio. È un campanello d'allarme per un Paese dove è attiva una massiccia campagna di vaccinazione, e dove da fine luglio è autorizzata la terza dose (già oltre 1,7 milioni di somministrazioni), ma senza eccessiva preoccupazione. A fronte di un tasso di vaccinazione completa (2 dosi) del 60,3% della popolazione, pari a 5,45 milioni di persone, (aggiornamento del 25 agosto, 1 dose al 65,5%) secondo i dati pubblicati ieri sera dal ministero della Salute israeliano i casi di infetti attivi in tutto il Paese sono 75.403, con 1.084 persone ricoverate delle quali 688 gravi e 139 con necessità di assistenza respiratoria, mentre i decessi sono stati 13. 

Terza dose

Il 30 luglio Israele ha iniziato a somministrare la terza dose di vaccino Pfizer/BioNtech agli over-60 anni. La scorsa settimana sono stati ammessi alla terza dose gli over-40 e a partire da martedì di questa settimana gli over-30. Un nuovo studio israeliano ha mostrato che la terza dose (oltre 1 milione e 700mila le persone vaccinate) comincia ad essere efficace ad una settimana dall'inoculazione per raggiungere il suo picco al 16 giorno quando offre il 97% di copertura da malattia grave e il 95% per l'infezione.

Casi gravi

Analizzando la tendenza dei casi gravi di Covid in Israele i valori continuano a stabilizzarsi mentre, se si considerano soli i pazienti vaccinati, i casi gravi non in calo. Rispetto agli ultimi dati del ministero sui casi gravi quelli che riguardano pazienti vaccinati erano 364 domenica, mentre ieri sono scesi a 324 (sui 688 totali). Anche il tasso di morbilità è sceso da 6.69% a 6.57% così come il Fattore R (la capacità di un positivo di infettare altre persone) è passato da 1.15 a 1.13. Al momento, il tasso di nuovi casi gravi tra i pazienti non vaccinati over-70 è sette volte superiore a quello dei vaccinati, e il divario continua a crescere. Tra gli over-50, il divario tra non vaccinati e vaccinati è quadruplicato.

Ripresa della scuola

La politica adottata dal governo di "convivere con il Covid" senza fermare l'economia sarà messa alla prova a settembre con la riapertura delle scuole e l'inizio del periodo delle grandi festività del calendario ebraico. L'attuale sviluppo dell'epidemia in Israele avviene in assenza di lockdown e anche con la maggior parte delle scuole delle comunità ortodosse che hanno già riaperto dal 9 agosto L'ultimo bollettino Covid con il rialzo dei contagi preoccupa soprattutto in vista della riapertura generale delle scuole, prevista il primo settembre, e in particolare proprio in quelle comunità che hanno meno vaccinati come quella ortodossa in cui - riporta Times of Israel - nelle località dove la scuola ha già ripreso, nelle due settimane successive, c'è stata un'impennata di contagi.