Corea del Nord, la minaccia: "Possiamo colpire gli Stati Uniti con una testata nucleare"

Pyongyang sostiene che il nuovo missile può raggiungere il territorio americano e può trasportare una testata nucleare di grandi dimensioni. Gentiloni: "Tema del G7 di Taormina". Domani Consiglio di Sicurezza dell'Onu

Kim Jong-un (Afp)

Kim Jong-un (Afp)

Roma, 15 maggio 2017 - Quasi a voler coprire mediaticamente il Belt and Road Forum di Pechino, Pyongyang ha vantato prestazioni, inquietanti, del missile protagonista dell'ultimo test di lancio. Pyongyang ha minacciato gli Usa, e avvertito Washington di non provocare, sostenendo che "il suo territorio nazionale e le operazioni nel Pacifico" sono all'interno della gittata dei suoi missili:"Se gli Stati Uniti tentano goffamente di provocare la Corea del Nord, non sfuggirà al suo peggiore disastro della storia". 

Secondo l'agenzia nordcoreana il razzo Hwasong 12 può portare una testata nucleare di grandi dimensioni, e nel test ha volato per 787 chilometri, ragiungendo "un'altitudine massima di 2.111,5 chilometri, entrando quindi in una traiettoria sub-orbitale, cioè attraversa l'atmosfera, un passo in più verso la realizzazione un missile balistico intercontinentale, in grado di raggiungere gli Usa. Anche se i militari di Seul, pur dovendo fare altri accertamenti, hanno espresso scetticismo sul fatto che il Nord abbia la tecnologia per "il rientro atmosferico", elemento chiave per i missili intercontinentali.

La Kcna ha aggiunto che il test è avvenuto "con un angolo (di lancio) più ampio, in considerazione della sicurezza dei Paesi vicini". Per ora le affermazioni dell'agenzia nordcoreana corrispondono ai dati tecnici raccolti dall'intelligence militare di Usa, Corea del Sud e Giappone, che ora vedono la minaccia farsi sempre più concreta.

Domani è convocato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, su richiesta di Usa e degli alleati di Corea del Sud e Giappone. Oggi il presidente russo, Vladimir Putin, ha giudicato come "controproducente, nocivo e pericoloso" il test avvenuto all'alba di domenica, ma in parallelo ha rivolto un appello a fermare "le intimidazioni" nei confronti di Pyongyang e a lavorare per costruire una soluzione pacifica.

Il premier Paolo Gentiloni, dal Forum di Pechino, ha chiesto "fermezza, diplomazia e sanzioni", e preannunciato che la crisi nordcoreana sarà tra i temi 'caldi' al G7 dei capi di Stato e di governo, in programma a Taormina il 26 e 27 maggio.

Ma la minaccia è già reale per Washington, Seul e Tokyo, perché, con i 700 chilometri percorsi, il missile nordcoreano avrebbe potuto colpire qualsiasi punto della Corea del Sud, dove tra l'altro sono di stanza oltre 28.000 soldati americani. O, se lanciato con un angolatura diversa, avrebbe potuto raggiungere il Giappone o la base statunitense di Guam, l'Andersen Air Force base, dove sono posizionati i caccia bombardieri pesanti Usa B-1s, B-2s e B-52s.

Kim Jong-Un, che come altre volte, era presente al lancio ha esortato scienziati e tecnici a "non sedersi sugli allori" e lavorare a ulteriori "armi nucleari e metodi di lancio" fino a che gli Usa "non facciano la scelta giusta". Gli esperti considerano il test come il più efficiente mai realizzato dalla Corea del Nord.