Mercoledì 24 Aprile 2024

Charlie Gard, genitori rinunciano alle cure. "Lo lasciamo andare con gli angeli"

L'annuncio tra le lacrime durante l'udienza all'Alta corte di Londra: "No al trasferimento negli Usa". La coppia abbandona così la lunga battaglia legale per tenere in vita il piccolo

Charlie Gard, i genitori arrivano all'Alta Corte di Londra (Afp)

Charlie Gard, i genitori arrivano all'Alta Corte di Londra (Afp)

Roma, 24 luglio 2017 - Si sono arresi i genitori del piccolo Charlie Gard, il bimbo britannico di 11 mesi affetto da una gravissima malattia genetica. La coppia ha rinunciato alla lunga battaglia legale portata avanti per mesi con l'obiettivo di tenere in vita il figlio, contro il parere dei medici del Great Ormond Street dove il piccolo è ricoverato. Chris Gard e Connie Yates hanno ritirato la loro richiesta all'Alta Corte di Londra di poterlo trasportare negli Usa per tentare una cura con una nuova terapia sperimentale. Terapia per cui nei giorni scorsi era volato a Londra uno specialista americano, che aveva visitato Charlie. Gli stessi Stati Uniti nei giorni scorsi gli avevano concesso la cittadinanza in modo che potesse essere curato nel Paese.

"Lasceremo andare nostro figlio con gli angeli", hanno detto i genitori di fronte alla sede dell'Alta Corte a Londra, leggendo un comunicato ai giornalisti. La coppia ha chiesto il massimo rispetto per la privacy della loro famiglia. "Passeremo questi ultimi giorni vicino a Charlie - hanno detto - che purtroppo non potrà compiere il suo prima anno di vita, cosa che sarebbe accaduta tra due settimane. Siamo profondamente dispiaciuti per non essere riusciti a salvarti, ma ti amiamo moltissimo e continueremo a farlo in futuro".

"Non c'è più tempo", ha detto il legale della coppia, Grant Armstrong, spiegando che i due sono scoppiati in lacrime oggi all'udienza all'Alta Corte di Londra. "Volevamo solo dargli una chance di vivere", ha detto la mamma all'Alta Corte. Oggi era infatti iniziata la nuova udienza sul caso del piccolo affetto dalla siondrome da deplezione del Dna mitocondriale: erano previste una serie di audizioni per esaminare se tentare la terapia negli Usa per il piccolo. I medici del Great Ormond Street sono sempre rimasti dell'avviso che un nuovo trattamento sarebbe stato inutile a causa dei gravi danni al cervello e che quindi sia necessario staccargli le macchine che lo tengono in vita per permettergli una morte dignitosa. Orientamento che ha sempre trovato conferma nelle varie sentenze della giustizia inglese e in quella della Corte europea per i diritti dell'uomo, nella lunga battaglia legale intrapresa dai genitori per tenere in vita il figlio. La cui speranza era quella di curare il bambino negli Stati Uniti, e per cui avevano raccolto 1,3 milioni di sterline grazie a una campagna di crowdfunding sul web. Il caso aveva sollevato una mobilitazione internazionale, da Donald Trump a Papa Francesco avevano espresso solidarietà ai coniugi Gard. L'ospedale Vaticano del Bambino Gesù di Roma si era detto disponibile ad accogliere la famiglia.

Alla fine l coppia ha deciso di rinuciare alla battaglia, ha spiegato l'avvocato, dopo gli ultimi rapporti medici: il danno ai muscoli e ai tessuti del piccolo di 11 mesi, è irreversibile e la cura non può più avere successo. "Le peggiori paure dei genitori sono state confermate - ha detto l'avvocato, secondo quanto riporta il Guardian Online-. Adesso è troppo tardi per curare Charlie". Ora Connie Yates e Chris Gard, fa sapere il legale, discuteranno con l'ospedale della capitale britannica, il modo in cui il piccolo verrà lasciato morire. L'Alta Corte deve decidere in settimana se confermare la decisione adottata lo scorso aprile, che prevedeva il distacco dei macchinari che tengono in vita Charlie.