Martedì 16 Aprile 2024

Cesare Battisti evita il carcere in Brasile. L’estradizione diventa un giallo

Obbligo di firma e bracciale elettronico. Ma serve un nuovo processo ASCOLTA L'AUDIO / Cesare Battisti: "Il figlio di Torregiani sa che sono innocente"

Cesare Battisti (Ansa)

Cesare Battisti (Ansa)

Brasilia, 25 ottobre 2017 - Il nuovo rinvio del Supremo Tribunal Federal nel caso di Cesare Battisti è un giallo. Il giudice relatore Luiz Fux ha ritirato all’ultimo momento dall’ordine del giorno l’habeas corpus richiesto dalla difesa del terrorista per evitarne l’estradizione e ha deciso di trasformarlo in una denuncia di Battisti contro il rinnovo della richiesta di estradizione. Per fare ciò, istruirà un nuovo processo che verrà portato in aula, ma senza fissare quando. Nel frattempo, Battisti resta libero nella casa di Cananeia, sul litorale di San Paolo, con la compagna brasiliana e il figlio di 4 anni «per il quale – dichiara – sono l’unica possibilità di sostentamento: anche per questo devo rimanere qui. Se fossi estradato, in Italia verrei sicuramente ucciso». Il Tribunale federale di San Paolo ha confermato la libertà condizionata dopo l’arresto per esportazione di valuta al confine con la Bolivia. Il reato non è violento, ha sostenuto la corte, quindi bastano le misure cautelari del braccialetto elettronico (se sarà reperito) e della firma mensile.

ASCOLTA L'AUDIO / Cesare Battisti: "Il figlio di Torregiani sa che sono innocente"

La prima sezione del Supremo era convocata ieri alle 18 ora italiana. Fux, favorevole a Battisti, ha subito fatto capire di volere approfondire il caso da un punto di vista giuridico prima di decidere chi debba esprimersi e in quali termini. La denuncia gli sembra più adeguata dopo quanto ha scritto l’Avvocata generale dello Stato, Grace Mendonça. Secondo questo parere, la decisione di concedere l’asilo da parte dell’ex presidente Lula al terrorista italiano è stata «un fatto discrezionale» e quindi può essere rivista anche dopo 5 anni (fu dato il 31 dicembre 2010) perché la concessione dell’asilo e dell’estradizione «è di pertinenza assoluta del presidente». E Michel Temer ha dichiarato che il governo è deciso ad accontentare l’Italia; tanto che il suo ministro della Giustizia, Torquato Jardim, si è esposto parlando di «rottura della fiducia tra Battisti e il Brasile per la tentata fuga in Bolivia».

image

Sulla vicenda era già in corso uno scontro su chi dovesse decidere, se la prima sezione o la plenaria del Supremo. Anche in questo caso è intervenuta la Mendonça: essendo il presidente Temer la controparte, sarebbe necessario che fosse la plenaria a decidere. E sulla stessa linea si era espresso Gilmar Mendes, il più autorevole dei giudici. Ora la decisione di rinnovare il processo, con conseguenze non ancora spiegabili. Il Supremo Tribunal Federal si era espresso sull’estradizione nel 2009 e aveva deciso che doveva essere concessa, ma aveva anche affidato alla firma del presidente Lula l’attuazione del provvedimento. Negata la consegna di Battisti, l’Italia si rivolse all’Alta Corte brasiliana che a maggioranza votò la supremazia della decisione politica su quella giudiziaria, così che Battisti tornò libero. Adesso la situazione sembra contraria e i giudici del Supremo devono decidere fra la tesi della difesa, che ritiene non negoziabile la decisione di Lula, e l’interpretazione più possibilista dell’articolo 4 della Costituzione. Un lavoro in più per Fux, Rosa Weber, Marco Aurelio Mello (favorevoli a Battisti), Alexandre de Moraes (vicino a Temer), Carmen Lucia, Dias Toffoli, Ricardo Lewandosky, Celso de Mello, Edson Fachin e Mendes. Il giudice Barroso non parteciperà perché è stato difensore di Battisti. Alla fine, chi deciderà sarà il presidente Temer.