Venerdì 19 Aprile 2024

Catalogna, Puigdemont a Bruxelles. "Vuole chiedere asilo politico"

Il leader indipendentista non ha sfidato il divieto: stamane non si è recato alla Generalitat, ma un'ora dopo la sua richesta d'incriminazione per 'ribellione', è volato in Belgio dai nazionalisti fiamminghi. Secondo i media chiederà asilo politico

Carles Puigdemont (Afp)

Carles Puigdemont (Afp)

Barcellona, 30 ottobre 2017 - Carles Puigdemont alla fine non si è recato in Parlamento a Barcellona, sfidando il divieto di Madrid, ma è volato a Bruxelles, insieme ad altri membri del governo destituito, per incontrare i nazionalisti fiamminghi. Il viaggio in Belgio appena un'ora dopo l'incriminazione da parte della Procura generale dello Stato. Ieri il segretario di Stato responsabile per l'immigrazione, Theo Francken, che è un esponente di punta della NVA (Nuova Alleanza Fiamminga), aveva ipotizzato di poter dare asilo politico a Puigdemont. Poi il premier Michel aveva smentito, invitando Francken a "non gettare benzina sul fuoco". Ma secondo una fonte vicina agli indipendentisti catalani la scorsa settimana ci sarebbero state "trattative riservate" su un possibile "esilio" dell'ex presidente catalano in Belgio. Ora, secondo la tv spagnola La Sexta, Puigdemont, e cinque suoi consiglieri, intendono chiedere l'asilo politico al governo di Bruxelles. 

Il ministero dell'Interno spagnolo ha confermato che il politico 'ribelle' si trova a Bruxelles. Madrid comunque fa sapere che il viaggio in Belgio del presidente catalano decaduto, "non preoccupa" il governo di Mariano Rajoy. Per l'esecutivo centrale la cosa più importante era che Puigdemont non si trovasse nel Palau de la Generalitat di Barcellona. Ma la richiesta di incriminazione presentata dalla procura generale dello Stato contro i vari responsabili della sfida indipendentista prevede l'arresto immediato in caso non si presentino. Carles Puigdemont al momento si trova in un luogo "discreto e sicuro", riferiscono fonti della Generalitat. L'ex presidente parlerà domani. 

Puigdemont, è arrivato a Bruxelles da Marsiglia, in Francia, accompagnato da Meritxell Borràs, Antoni Comín, Joaquim Forn, Dolors Bassa e Meritxell Serret. Puigdemont e gli ex consiglieri del suo esecutivo si sono diretti in auto dalla Catalogna a Marsiglia, dove hanno preso un aereo per Bruxelles. Non ci sono conferme sull'intenzione di chiedere asilo. Il cantautore e deputato di Junts pel Sì, Luìs LLach, ha affermato che si tratti di "un auto-esilio". 

BARCELLONA - Oggi c'era attesa in Spagna per capire le mosse degli indipendentisti. L'attenzione su Puigdemont, e i suoi ministri, tutti si chiedevano se sarebbe andato al lavoro, a Barcellona, o avrebbe evitato lo scontro diretto con Rajoy, come sembra ora che si trova in Belgio. La sua ex carica, in base alla costituzione spagnola, è ora ricoperta dalla vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria.

Nessun dubbio invece per i Mossos d'Esquadra, da venerdì orfani del loro carismatico capo, Jospe Lluis Trapero, e messi sotto il comando diretto del ministero degli Interni spagnolo: dovrebbero obbedire ai nuovi superiori. Il ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis, si è detto fiducioso che la polizia catalana seguirà le indicazioni di Madrid e che non ci sarà "necessità" di inviare agenti della polizia nazionale o l'esercito. 

RICHIESTA DI INCRIMINAZIONE DEPOSITATA - Oggi è stato anche il giorno in cui la Procura Generale dello Stato ha denunciato per il delitto di ribellione gli indipendentisti. L'azione penale colpirà i membri del governo e la dirigenza del Parlament, che ha consentito il voto. Il delitto di ribellione, previsto dagli articoli 472 e seguenti del Codice penale spagnolo, prevede pene fra i 15 e i 25 anni di reclusione per coloro che "incoraggiando i ribelli, abbiano promosso o sostenuto la ribellione" e per "i capi principali di questa". Coloro che invece esercitano un ruolo 'subalterno' rischiano fra i 10 e i 15 anni di carcere e per i meri partecipanti sono previste condanne fra i 5 e i dieci anni di detenzione. La pena più alta è di 30 anni di carcere, e si può comminare solo ai capi di una insurrezione armata che abbia provocato devastazioni o violenza. 

Il Procuratore generale di Stato della Spagna, José Manuel Maza, ha spiegato che, dopo la rimozione del presidente catalano dal suo incarico e la dissoluzione del Parlamento regionale, Puigdemont e gli altri membri del governo non possono essere indagati dalla Corte Suprema o dalla Corte di Giustizia di Catalogna. Il Procuratore ha detto inoltre di ritenere che il reato per cui ha chiesto l'incriminazione sia di competenza della Corte nazionale. Saranno invece citati in giudizio alla Corte Suprema il presidente del Parlamento catalano, Carme Forcadell, e gli altri membri dell'Ufficio di presidenza. Il tribunale supremo potrebbe decidere già oggi se accogliere la richiesta di incriminazione della presidente del Parlament. La procura dello stato spagnolo prevede di chiedere ai giudici di imporre una garanzia di 6,2 milioni di euro al 'President' e agli altri dirigenti catalani.

PUIGDEMONT DU INSTAGRAM - Puigdemont, provocatorio, ha pubblicato stamane sulla rete Instagram una foto scattata da un cortile interno della Generalitat, accompagnato dalla scritta "Buon giorno" e un emoticon con una faccina sorridente. 

 

Bon dia 😊

Un post condiviso da Carles Puigdemont (@carlespuigdemont) in data:

Mentre la presidente del Parlament della Catalogna, Carme Forcadell, è arrivata di buon mattino nella sede dell'assemblea catalana. Fonti parlamentari però hanno spiegato che, nonostante il Parlamento sia stato dissolto dal governo centrale, il Parlament mantiene una 'commissione permanente', che Forcadell continua a presiedere. La ex presidente del Parlament ha riconosciuto le decisioni di Madrid.

Provocatorio anche l'ex consigliere catalano Josep Rull, responsabile per il territorio e la sostenibilità, che ha postato su Twitter una foto che lo mostrava al lavoro al suo ufficio, nel centro di Barcellona. Ma due agenti dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, lo hanno convinto ad abbandonare la sede della Consejeria. Il consigliere uscendo ha detto ai giornalisti che oggi continuerà a "lavorare" e proseguirà la sua agenda "normalmente". Rull ha lasciato la sede del dipartimento per recarsi a una riunione del suo partito il PDeCAT un'ora dopo il tweet. Ai giornalisti l'ex ministro ha spiegato di essersi presentato "nell'ufficio per fare il lavoro che ci ha assegnato il popolo catalano". Rull è salito in auto tra gli applausi di una trentina di persone del Comitato per la Difesa della Repubblica (della sinistra di Eixample), presenti per dare sostegno ai membri del Govern destituiti dal governo spagnolo.

Più tardi il ministro dell'Interno, Juan Ignacio Zoido, ha spiegato che il governo spagnolo ha concesso "qualche ora" di tempo agli ex ministri catalani, e agli alti vertici della Generalitat destituiti, perché possano raccogliere i propri effetti personali dagli uffici per poi lasciarli. Alla domanda su Rull in ufficio, Zoido lo ha invitato ad "essere sensato". Il governo del premier spagnolo, Mariano Rajoy, attraverso il ministro dello Sviluppo, Inigo de la Serna, si è affrettato a chiarire con gli ex ministri della Generalitat della Catalogna che, poiché sono stati destituiti in base all'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione, incorrerano in un reato se si presenteranno nei loro uffici con l'intenzione di lavorare. De la Serna ha avvertito Rull che rischia il reato di usurpazione di funzioni.