Martedì 23 Aprile 2024

Indipendenza Catalogna, aziende in fuga. I popolari: Puidgemont rischia il carcere

Grande attesa per il discorso del presidente catalano. La sindaca di Barcellona invoca il dialogo. Rajoy: "Faremo di tutto per impedire l'indipendenza". E anche Abertis, gestore autostradale, sposta la sede a Madrid

Indipendenza della Catalogna: domani è il D-day - Afp

Indipendenza della Catalogna: domani è il D-day - Afp

Madrid, 9 ottobre 2017 - Fuga da Barcellona. Con la sola eccezione della biofarmaceutica Grifols (che ha comunque annunciato il suo spostamento in caso di dichiarazione unilaterale di indipendenza), tutte le sette grandi aziende catalane che fanno parte dell'indice principale della Borsa di Madrid Ibex-35 hanno spostato - o si accingono a farlo - la loro sede fuori dalla Catalogna. L'ultima è il gruppo Abertis - gestore autostradale spagnolo - che oggi ha annunciato il trasferimento della propria sede da Barcellona a Madrid. Lo ha deciso all'unanimità il cda del gruppo secondo cui il trasferimento avviene "a causa della insicurezza giuridica generata dall'attuale situazione politica in Catalogna". La decisione "è presa al fine di mantenere la normale operatività della società e con il fine di proteggere i suoi interessi generali". Abertis sottolinea come la decisione non coinvolga le società del gruppo che prestano i propri servizi esclusivamente in Catalogna.

Tutto ciò avviene alla vigilia del D-day per la Catalogna: c'è grande attesa per il discorso di domani, in Parlamento a Barcellona, del presidente catalano Carles Puidgemont dopo il referendum per l'indipendenza. Il premier spagnolo Mariano Rajoy avverte che Madrid "farà tutto il necessario per impedire l'indipendenza della Catalogna". Secondo il Partito Popolare, se Puigdemont dichiara l'indipendenza rischia di finire in carcere come il suo predecessore Lluis Companys. Il presidente del Tribunale di giustizia in Catalogna ha deciso di affidare la responsabilità della sicurezza del Palazzo di Giustizia alla polizia spagnola, togliendola ai Mossos d'Esquadra.

image APPELLO DELLA SINDACA - In questo clima di incertezza Ada Colau - prima cittadina di Barcellona - ha chiesto al presidente del governo, Mariano Rajoy, e al presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, di "non prendere alcuna decisione che potrebbe minare la possibilità di uno spazio per il dialogo" e agire "con la mente fredda e responsabile".  A ventiquattr'ore dalla comparsa del presidente della Generalitat in Parlamento con una dichiarazione di indipendenza sul tavolo, Colau ha ribadito la richiesta a Puigdemont di non pronunciare domani la dichiarazione di indipendenza e a Rajoy di non applicare l'articolo 155 per la sospensione dell'autonomia catalana.  Insomma per la Colau, espressione della coalizione di sinistra che guida Barcellona, "i risultati del referendum del primo ottobre non possono servire come fondamento per una proclamazione di indipendenza". 

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PP: PUIGDEMONT RISCHIA IL CARCERE - Non è troppo morbido, il Pp, il cui vicesegretario Pablo Casado ha lanciato un duro monito al presidente catalano Puigdemont avvertendolo che se dichiara l'indipendenza rischia di finire in carcere. "Speriamo che domani non dichiari nulla, ha detto Casado, perché rischia di finire come chi lo ha fatto 34 anni fa". Nel 1934 la 'repubblica catalana' durò 11 ore e venne soffocata dall'esercito spagnolo. 

LE IMPRESE TRASLOCANO - Alle sette aziende catalane maggiori si aggiungono una decina di altre imprese non quotate o di minore dimensione mentre altre stanno valutando lo stesso passo. L'elenco si sta allungando, specie dopo il passo compiuto da CaixaBank, principale attore finanziario della regione e che possiede quote in molte altre società.

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