Giovedì 18 Aprile 2024

Brexit, Londra choc: pubblicheremo le liste di lavoratori non britannici

Il ministro dell'Interno Amber Rudd: "Dobbiamo stanare le aziende che assumono fuori dal Paese, vanno incoraggiati prima i candidati locali". Laburisti all'attacco

Amber Rudd, ministro degli Interni britannico (Olycom)

Amber Rudd, ministro degli Interni britannico (Olycom)

Londra, 5 ottobre 2016 - I 'cervelli' italiani in fuga verso la Gran Bretagna saranno stati poco contenti, sentendo della proposta-choc del ministro dell'Interno britannico, Amber Rudd, che in vista della Brexit ha annunciato in sostanza la messa a punto di una 'lista di stranieri' per l'assunzione nelle aziende. In pratica, applicando una sorta di 'British first', il governo intende chiedere alle imprese di rivelare il numero dei dipendenti stranieri per favorire l'assunzione di sudditi di Sua Maestà. Rudd mette le mani avanti: "Non chiamatemi razzista per questo", dice, sottolineando però che il governo intende "stanare" quelle società che abusano delle regole esistenti e "spingerle a comportarsi meglio". 

Ovviamente i primi a criticare l'idea sono stati gli imprenditori britannici - abituati ad assumere il meglio, indipendentemente dalla nazionalità - mentre, riferisce la Bbc, almeno un deputato conservatore ha definito la proposta del ministro come "controversa".  Rudd insomma ha spiazzato un po' tutti, intervenendo oggi alla conferenza del partito in corso a Birmingham.  La neo-ministro degli Interni - nominata a luglio al posto del premier Theresa May -  ha spiegato che i freni extra ai lavoratori e agli studenti stranieri potrebbero essere necessari "per cambiare la tendenza" dell'opinione pubblica sull'immigrazione alla luce del voto sulla Brexit (il referendum del 23 giugno sull'uscita dall'Ue).

In particolare la ministro ha accusato le aziende di "sfuggire" alle loro responsabilità non addestrando un numero sufficienti di lavoratori britannici e ha aggiunto che andrebbe irrigidito l'attuale sistema che obbliga le società a pubblicizzare i posti disponibili nel Regno Unito solo per 28 giorni prima di rivolgersi fuori dal Paese. In base alle proposte avanzate da Rudd - che durante la campagna per il referendum era peraltro contro la Brexit, come il grosso dei conservatori - le società che assumono fuori dal Regno Unito dovranno dimostrare cosa hanno fatto "per incoraggiare prima i candidati locali" e quale sia l'impatto delle scelte dei candidati stranieri sul mercato del lavoro locale.  Secondo la Rudd l'attuale sistema non dà alle aziende "un chiaro incentivo" a considerare correttamente i meriti dei candidati britannici e a spendere di più per addestrarli a fare i lavori di cui hanno bisogno. Rudd ha detto di essere pronta a "rivelare i nomi e puntare il dito" contro quelle società che non dovessero rispettare i nuovi vincoli.

"C'è ancora un giovane su 10 disoccupato tra i 18 ed i 24 anni nel Regno Unito - ha spiegato - Voglio che il mondo degli affari pensi prima a persone istruite localmente, dove possibile... e collaborare con noi per fare in modo da avere una forza lavoro locale più preparata". Critico il presidente ad interim della Cbi, la 'Confindustria' britannica, Adam Marshall, secondo il quale le "aziende fanno già tanto per addestrare i loro dipendenti e, ovviamente, cerchiamo di assumere locali prima di rivolgerci ai mercati stranieri. Ma non penso che dovremmo essere penalizzati per aver fatto così finora quando erano richieste capacità specifiche".

Il presidente della commissione Istruzione dei Comuni, il conservatore Neil Carmichael ha esortato il compagno di partito Rudd a "rivedere questa preoccupante politica... la gente che viene nel Regno Unito per lavorare duramente e che paga le tasse e contribuisce alla nostra società dovrebbe essere celebrata e non rimproverata. Questa è un tipo di politica che divide (la società, ndr) che non può avere spazio nella Gran Bretagna del XXI secolo".

L'IRA DEI LABURISTI - Se i conservatori sono perplessi, i laburisti sono sul piede di guerra e accusano la premier  il premier di "sbandare a destra". Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha scritto su twitter che il progetto di formare liste di proscrizione invia "un profondamente preoccupante messaggio alle milioni di perone da tutto il mondo che vivono in questo Paese e contribuiscono" a farlo grande. Il ministro laburista ombra dell'Interno, Andy Burnham, ha aggiunto che i toni della conferenza conservatrice (in corso a Birmingham dove Rudd ha annunciato la sua proposta) stanno diventando "sempre più xenofobi. L'idea di aziende britanniche che forniscono liste di lavoratori stranieri contrasta con tutto quanto questo Paese ha sempre difeso. Sarebbe fonte di divisioni, discriminazioni, con il rischio di creare reale ostilità nei posti di lavoro e nelle comunità".

Pubblicazione di liste di impiegati non-britannici, manodopera nazionale privilegiata, immigrazione controllata: il progetto della "Brexit dura" delineato nelle ultime ore dai ministri conservatori del Primo ministro Theresa May ha provocato reazioni di sdegno da parte dei politici dell'opposizione. "I leader del partito conservatore hanno toccato il fondo soffiando sulle braci della xenofobia", ha reagito il numero uno dei Labour, Jeremy Corbyn. La Brexit modello Theresa May è "ripugnante", ha rincarato Nicola Sturgeon, Primo ministro di Scozia e leader del partito indipendentista Snp. Questa visione è "quella di un Paese dove le persone non sono giudicate sulla base delle loro capacità o del loro contributo all'interesse generale ma sul loro luogo di nascita o al colore del loro passaporto", ha aggiunto.