Giovedì 18 Aprile 2024

Brasile fra Olimpiadi e impeachment. Dilma al passo finale: vota il Senato

"Non ci saranno sorprese, lo sa anche lei". Il professor Mohallem: "E i Giochi sono andati meglio di quanto si credeva"

Dilma Rousseff (Reuters)

Dilma Rousseff (Reuters)

Roma, 27 agosto 2016 - Il lungo agosto brasiliano cominciato con le Olimpiadi di Rio si conclude con il voto definitivo - il 30 o il 31 – sulla messa in stato di accusa di Dilma Rousseff, la «presidenta» spodestata dal primo voto quasi a metà del suo secondo mandato. Se i due terzi dei senatori confermeranno il sì all’impeachment, la sospensione diventerà definitiva e la Corte Suprema sarà chiamata a ratificarla. Fino alle elezioni di fine 2017 il presidente sarà Michel Temer, addirittura meno amato di Dilma dai brasiliani. Il professor Michael Freitas Mohallem insegna diritto all’università Fundaçao Getulio Vargas di Rio de Janeiro ed è un esperto di scienze politiche e osservatore privilegiato delle vicende brasiliane. 

Professore, si avvicina il voto decisivo per Dilma, che interverrà lunedì 29 in Senato. Come vede la situazione?

«Il Senato confermerà l’impeachment, da questo punto di vista non si attendono sorprese, anche la sinistra lo sa bene e il Partito dei lavoratori di Dilma si sta semmai preparando a quello che accadrà fra un anno e mezzo con le nuove elezioni».

E Temer governerà tranquillamente in questo periodo?

«Non ci si aspettano cambi di rotta, Temer arriverà alla fine dell’interim e poi non sarà il nuovo presidente eletto in qualunque modo possa andare la sua presidenza. Le previsioni non sono certo favorevoli».

Intanto però le Olimpiadi sono state tutto sommato archiviate decorosamente...

«Sì, direi che le apprensioni su di esse sono state superate, anzi, ci si aspettava più tensione, più critiche visto il precedente dei Mondiali di calcio e invece sono andate sostanzialmente bene e la sicurezza è stata assicurata. Anche a livello politico ci si attendeva più discussione, ma si è preferito guardare all’impatto sportivo che nonostante qualche problema è andato bene».

E Rio come ne è uscita?

«Si vedono aspetti positivi e per un momento i carioca si sono dimenticati della recessione economica».

Si temeva la zika...

«E invece ci sono più casi a Miami che a Rio...».

Il presidente del Cio Bach ha elogiato la manifestazione nonostante gli spazi vuoti negli stadi...

«È il solito problema di manifestazioni del genere, si è vista meno gente anche per quelle gare che erano sold out. Una questione di sponsor e di organizzazione».

Ma alla luce di quanto accaduto, il Brasile di questi tempi si sarebbe potuto permettere di organizzare i Giochi?

«No, il momento non è buono e non ci sarebbero state le premesse per porre la candidatura. Ma quando è stata fatta la scelta nel 2009 era tutta un’altra cosa, il Paese cresceva a un ritmo superiore al 5%, c’era una situazione internazionale di grande salute, aspiravamo a un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu e avevamo ambizioni di prestigio internazionale elevatissime. Lula aveva fatto bene a premere sul Cio. Purtroppo quel periodo si è interrotto e le prospettive ora non sono buone».

Anche perché fra poco prendono il via i Giochi paralimpici...

«E lì sarà ancora peggio, sembra che i finanziamenti siano molto scarsi».