Attentato Dacca, autopsia choc sugli italiani. "Torturati e mutilati"

I terroristi non diedero il colpo di grazia alle vittime agonizzanti

Dacca, il rientro delle salme degli italiani uccisi (Ansa)

Dacca, il rientro delle salme degli italiani uccisi (Ansa)

Roma, 7 luglio 2016 - Una vera mattanza. L’orrore sulle vittime di Dacca è stato marchiato con torture, tagli provocati da armi affilate, probabilmente machete e, non su tutti, anche mutilazioni. È questo che emerge dalle autopsie eseguite nell’istituto di medicina legale del policlinico Gemelli di Roma sulle salme dei nove connazionali uccisi in Bangladesh.

L’equipe di medici legali, guidati da Vincenzo Pascali e Antonio Oliva, non ha trovato segni di colpi di grazia, anche se alcuni proiettili sono stati recuperati e ora saranno analizzati per risalire al tipo di arma da cui sono stati sparati. Non mancano sui cadaveri anche tracce di esplosivo. Insomma una morte lenta e atroce quella degli italiani uccisi in Bangladesh. I terroristi hanno infierito sulle loro vittime in modo tale da non farle morire subito. Il pm romano Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, ha firmato il nulla osta per la restituzione delle salme alle famiglie. Nei prossimi giorni saranno celebrati i funerali. E sulla tragedia di Dacca il ministro per gli Affari Esteri Paolo Gentiloni riferirà oggi alle 9.30 nell’Aula del Senato. Sul fronte delle indagini appare inevitabile che la procura di Roma chieda, tramite rogatoria internazionale, alle autorità del Bangladesh di avere copia degli atti dell’inchiesta sull’attacco terroristico.

I VOLTI E LE STORIE DELLE VITTIME ITALIANE

Il pm Scavo, che sta vagliando la possibilità di inviare degli investigatori a Dacca per seguire da vicino le indagini, potrebbe chiedere anche di interrogare il terrorista arrestato e altri soggetti che potrebbero fornire elementi utili per la prosecuzione degli accertamenti. Ieri, intanto, Gian Galeazzo Boschetti, scampato alla morte al contrario della moglie Claudia D’Antona, ha ricostruito con i carabinieri del Ros, la dinamica del tragico attacco.

Sentito come testimone, Boschetti, da 22 anni in Bangladesh, ha ribadito di essere sopravvissuto grazie a una telefonata che lo aveva fatto uscire dal locale e di non aver mai avuto sentore che potesse accadere una cosa del genere. Ma un nuovo video diffuso dell’Isis su Internet minaccia altri attacchi in Bangladesh. Il filmato mostra tre giovani che parlano bangaldese ed elogiano il commando responsabile dell’attacco al caffè a Dacca.

Il filmato è stato diffuso da Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web, e sarebbe stato girato a Raqqa, la roccaforte dei jihadisti in Siria. "È stato un assaggio... si ripeterà", dicono i tre nel video. Dei tre, solo uno ha il viso scoperto. Il video inizia con messaggi di propaganda dello Stato islamico e fa un resoconto dei morti provocati finora dai numerosi attacchi terroristici rivendicati dall’Isis. «La jihad in Bangladesh, quella alla quale state assistendo ora, non è nulla di quello che avete visto finora», dice uno di loro, nel suo messaggio diretto al governo del bangladese. Molti su Facebook lo avrebbero identificato.

Sempre lo stesso giovane prosegue poi parlando in inglese per i "crociati cristiani ed ebrei e i loro alleati» dicendo che il loro leader, lo sceicco Adnani, non stava scherzando quando gli ha detto di fare la guerra. «Ciò a cui avete assistito in Bangladesh ieri era solo un assaggio che si ripeterà, ripeterà e ripeterà fino a quando voi perderete e noi vinceremo".

Nel frattempo la Cina ha offerto sostegno al Bangladesh nella lotta al terrorismo. In una telefonata al presidente bangladese, Abdul Hamid, l’omologo cinese Xi Jinping ha espresso le proprie condoglianze per la strage di venerdì e ha manifestato l’intenzione di aiutare Dacca nella sfida all’estremismo.