Berlino, ricercato giovane tunisino. "In carcere in Italia, incendiò centro accoglienza"

Un documento trovato sul camion dell'attacco riconduce ad Anis Amri. Che ha trascorso un periodo in carcere in Italia, dove arrivò nel 2011

Il volto del tunisino ricercato sulla Bild

Il volto del tunisino ricercato sulla Bild

Berlino, 21 dicembre 2016 - La caccia all'uomo in Germania si fa sempre più pressante, dopo l'attentato a Berlino di lunedì sera. Ora la polizia è sulle tracce di un tunisino, Anis Amri, nato a Tataouine nel 1992. Il documento del giovane è stato trovato sotto il sedile del conducente del camion che si è lanciato sui mercatini di Natale della capitale tedesca due giorni fa.I documenti sono stati rilasciati nel distretto di Kleve nel Nord Reno-Westfalia dove nel pomeriggio la polizia ha compiuto una vasta operazione. L'identificazione risulta problematica, si pensa che l'uomo possieda diversi passaporti, 10 secondo alcuni. Da fonti investigative sono emersi legami tra il passato del presunto killer e l'Italia: il ragazzo avrebbe trascorso 4 anni in carcere del nostro Paese.

LA TAGLIA - Il ministro dell'interno tedesco, Thomas de Maizière, ha annunciato che è stato anche emesso un mandato di cattura per tutta l'area Schengen, nei confronti "di un nuovo sospettato, non necessariamente il colpevole", ma i dubbi sono pochi. Tanto che la polizia antiterrorismo tunisina sta interrogando la famiglia di Anis Amri. "Un'unità antiterrorismo sta interrogando la famiglia del sospetto", ha detto un agente.  Mentre l'ufficio della Procura generale tedesca ha offerto una taglia di 100.000 euro a chiunque fornisca informazioni che portino all'arresto di Amri. Nel comunicato si mette in guardia che l'uomo potrebbe "essere violento e armato".

SBARCATO IN ITALIA - Secondo fonti investigative il giovane è arrivato in Italia a febbraio del 2011 assieme alle altre migliaia di tunisini che in quei mesi lasciarono il paese in seguito allo scoppio della primavera araba. Quando venne identificato, Anis Amri dichiarò di essere minorenne e dunque fu trasferito in un centro di accoglienza per minori in Sicilia. Dopo qualche mese di permanenza a Lampedusa il tunisino ha compiuto atti di danneggiamento, dando alle fiamme la struttura. Secondo quanto riferito dal padre alla radio tunisina Mosaique FM, era stato responsabile di un incendio in una scuola. Diventato nel frattempo maggiorenne, è stato dunque arrestato, processato e condannato a 4 anni. Dal carcere è uscito nella primavera del 2015, ma non è tornato libero: nei suoi confronti è infatti scattato un provvedimento di espulsione. Anis Amri è stato così portato in un Centro di identificazione ed espulsione in attesa del riconoscimento da parte delle autorità tunisine, obbligatorio per poter procedere al rimpatrio. Il riconoscimento, però, non è mai arrivato e, trascorsi i termini di legge, al tunisino è stato notificato un provvedimento di allontanamento dall' Italia. Secondo le fonti, l'uomo avrebbe effettivamente lasciato il paese per andare in Germania.

L'ARRIVO IN GERMANIA - Amri, secondo le ricostruzioni, arrivò in Germania nel luglio del 2015, la torrida estate in cui il cancelliere tedesco Angela Merkel decise di spalancare le porte a tutti i migranti (la "Willkomenskultur", la politica delle braccia aperte). Non solo. I documenti necessari per rimandarlo a casa sono attivati solo oggi, due giorni dopo la strage di Berlino. Lo riferisce il ministro dell'Interno del Nord Reno-Westfalia Ralf Jaeger specificando che la sua domanda di asilo è stata respinta solo lo scorso giugno, dopo quasi un anno. La sua espulsione è stata ostacolata dalla Tunisia che ha sempre negato che fosse un suo cittadino.