Martedì 23 Aprile 2024

Un asteroide minaccia la Terra. Sonda Nasa per salvare il mondo

Lanciato l’Osiris-Rex. La missione: studiare come evitare l’impatto

Lanciata la sonda Osiris-Rex (Ansa)

Lanciata la sonda Osiris-Rex (Ansa)

Maiami, 10 settembre 2016 - «BENNU, stiamo arrivando». È partita da Cape Canaveral, la sonda della Nasa Osiris-Rex che nell’agosto 2018 si poserà sull’Asteroide Bennu, raccoglierà dei campioni di roccia e polvere e poi farà rientro sulla Terra nel 2023. Questa straordinaria avventura spaziale ci permetterà di capire, per la prima volta, quale è l’origine della materia organica che più di quattro miliardi di anni fa, cadendo sul nostro pianeta, ha dato origine alla vita. Bennu, che sta vagando nel sistema solare, ha una forma sferica e un diametro medio di 560 metri. La missione Osiris-Rex ha anche un altro scopo: quello di effettuare una mappatura del sasso celeste e raccogliere più informazioni possibili in quanto proprio Bennu, potrebbe presentare una minaccia per la Terra. Gli scienziati hanno infatti calcolato che esiste una probabilità su 2.700 che possa arrivarci addosso fra qualche centinaio di anni. La sonda, dopo aver orbitato intorno al sole per circa un anno, che gli farà da fionda, punterà verso Bennu che verrà raggiunto ad agosto del 2018.   DA QUEL momento la missione avrà una seconda fase perché si dovrà studiare, con una adeguata mappatura, il sito su cui effettuare il prelievo delle rocce che scatterà a luglio del 2020. «È una missione scientificamente molto interessante - sottolinea Enrico Flamini, scienziato dell’Agenzia spaziale italiana - perché verrà riportato sulla terra un campione di 60 grammi su cui possono essere effettuate moltissime analisi. E da questi campioni idrati e forse anche organici potremmo risalire anche alle origini della nostra vita. La sonda Osiris arriverà vicinissimo all’asteroide dopo aver scelto la zona da scavare. Non atterrerà sul corpo celeste ma, dopo aver raggiunto una distanza di quattro-cinque metri, farà uscire un braccio robotico che darà una robusta ‘grattatina’ al sasso, porterà le rocce all’interno di una speciale capsula, riaccenderà i motori e tornerà sulla Terra dove atterrerà nel settembre del 2013».    MA QUESTO è solo l’inizio perché, ci anticipa il dottor Flamini, «nel 2021 partirà la missione Arm (Asteroid redirect mission ndr) che sarà tecnologicamente molto più spettacolare. E in questa missione il nostro paese è in prima linea perché siamo in partnership con la Nasa. Abbiamo già individuato gli asteroidi obiettivo tra quelli che ruotano più vicino alla Terra. Una sonda lo raggiungerà intorno al 2024, si poserà sulla sua superficie, aggancerà un grosso masso, di più di 4 metri di diametro, e lo porterà in orbita intorno alla Luna».  Quindi partirà la seconda fase della missione. «Dalla Terra – prosegue Flamini – un gruppo di astronauti lo raggiungerà per effettuare analisi e carotaggi. Tornando alla missione Osiris, sicuramente potremo avere, dai campioni, maggiori certezze di ciò che è accaduto quattro miliardi di anni fa». Questa missione ha anche una ‘pennellata’ tricolore perché la bussola stellare che permetterà alla sonda di orientarsi tra le stelle è stata realizzata da Leonardo-Finmeccanica di Campi di Bisenzio. Si tratta di una specie di telescopio che guarda le stelle, le riconosce e con un velocissimo computer calcola la rotta. «La missione Osiris-Rex - ha sottolineato Roberto Battiston, presidente dell’Asi – è una delle nuove sfide dello spazio come risorsa economica perché si potrebbero sfruttare gli asteroidi come miniere spaziali».