Venerdì 19 Aprile 2024

Isis, Mattis: "Al Baghdadi è vivo e gli diamo la caccia"

Il Segretario di Stato Usa non è convinto della scomparsa del leader dello Stato Islamico, già diverse volte dato per morto a Raqqa

Il califfo nero Abu Bakr al Baghdadi (Ansa)

Il califfo nero Abu Bakr al Baghdadi (Ansa)

Washington, 21 luglio 2017 - Al Baghadi vivo o morto? Sta diventando il giallo della guerra all'Isis. Secondo il Pentagono sarebbe vivo, anzi è vivo finché non lo eliminano le forze Usa, questo sarebbe il senso di quanto il Segretario alla Difesa statunitense, James Mattis, ha detto alla stampa: "Io penso che sia vivo, e sarò convinto del contrario solo quando saprò che lo abbiamo ucciso. Ma gli stiamo dando la caccia e crediamo che sia vivo". 

Il destino del leader dello Stato Islamico Abu Bakr al-Baghdadi sta dividendo i servizi segreti, da una parte i russi che sostenevano di averlo ucciso in un loro bombardamento lo scorso 28 maggio vicino a Raqqa, cosa poi confermata dal ministero della Difesa di Mosca il 16 giugno scorso. Altra conferma arrrivò poco dopo dai media iracheni e dall'Osservatorio siriano per i diritti umani. Ma la Casa Bianca era cauta.

Poi lo scorso 17 luglio gli ufficiali dell'antiterrorismo curdi e iracheni giuravano: "Abu Bakr al-Baghdadi è ancora vivo al 99% e si trova in Siria, a Raqqa". "E' sicuramente vivo, abbiamo le informazioni che lo provano", disse Lahur Talabany, direttore dell'Agenzia Zanyari, servizio di intelligence nella regione del Kurdistan. 

Ora il segretario alla Difesa americano rispolvera i dubbi: "Non dimentichiamo che le sue radici risalgono al periodo di al Qaeda in Iraq. Ha anni di esperienza in clandestinità, sa come nascondersi dai servizi segreti, sa cosa sta facendo".

Anche il capo dell'intelligence irachena, Abu Ali al Basri, aveva detto di ritenere che il leader dell'Isis sia vivo e si trovi in Siria. Infine gli stessi servizi di sicurezza russi sono tornati sui loro passi, sostenendo di non avere "informazioni precise".

A novembre scorso il governatore della provincia irachena di Ninive, Nofal Hamadi al Sultan, aveva riferito che al-Baghdadi era fuggito da Mosul, ma non si sapeva dove fosse.