Siria, due caccia Usa intercettano due jet di Mosca. Incidente sfiorato

L'incontro tra gli aerei militari delle due potenze è avvenuto est del fiume Eufrate. Il Pentagono accusa: "Erano nel nostro spazio aereo". Il Cremlino risponde: "Falso, erano sulla nostra sponda"

Un caccia F-22 Raptor dell'US Air Force (Ansa)

Un caccia F-22 Raptor dell'US Air Force (Ansa)

New York, 15 dicembre 2017 - Tensione nei cieli e smentite a terra. I caccia di Stati Uniti e Russia, operando entrambi tra Iraq e Siria, a volte arrivano a incontri ravvicinati e pericolosi, nonostante gli accordi tra le due potenze. Così di recente, raccontano i media anglosassoni, due jet militari americani  F-22 avrebbero intercettato due caccia russi Su-25 nei cieli della Siria.

Il Pentagono sostiene che i due aerei di Mosca si trovavano all'interno dello spazio gestito dagli Stati Uniti e dalla coalizione, ma dal ministero della Difesa russo smentisce: "I media americani e britannici stanno ancora una volta cercando di far passare quello che vogliono per la realtà". 

L'incontro sarebbe avvenuto, sempre secondo gli Usa, a est del fiume Eufrate, vicino a Albu Kamal, città strategica siriana vicino al confine con l'Iraq, dove si sono concentrati i pochi miliziani dell'Isis rimasti dopo la caduta di Raqqa.

Eric Pahon, portavoce del Pentagono, ha riferito che uno dei due piloti americani ha dovuto fare una manovra decisa per evitare una collisione in volo contro l'aereo russo. L'incontro nei cieli siriani è durato 40 minuti, e durante il quale sono state fatte diverse chiamate al canale di emergenza stabilito tra Russia e Stati Uniti per evitare incidenti nel corso delle operazioni militari in Siria.

Il Pentagono punta il dito: "azioni come quelle dei jet russi sono molto pericolose e potrebbero portare a una collisione o alla decisione da parte dei militari americani di abbattere l'aereo del Cremlino per evitare uno scontro". 

A novembre l'accordo aveva delimitato gli spazi aerei per i caccia delle due potenze mondiali: la Russia ha accettato di mantenere i suoi voli a Ovest dell'Eufrate, mentre le forze della coalizione americana hanno deciso di prendere la parte del corridoio a Est del fiume. Secondo la Difesa Usa da novembre la Russia ha volato a est del fiume sei o sette volte al giorno: circa il 10% dei voli russi o siriani ha superato il limite stabilito dalle due potenze.

Da Mosca l'episodio sulla presunta "intercettazione" è raccontato in maniera diversa:  "il 13 dicembre una coppia di aerei d'attacco Su-25 ad un'altitudine di 3.300 metri stavano accompagnando un convoglio umanitario vicino a Meiadin (la sponda occidentale del fiume Eufrate). Dal lato est del fiume, un F-22 americano si è avvicinato a loro". La conclusione del Cremlino è che sia stato un 'Raptor' a "interferire con la traiettoria degli Su-25 russi".  E di conseguenza con una manovra da ingaggio uno dei due Su-25 si sarebbe rapidamente dietro l'F-22, costringendolo a disimpegnarsi dall'area.

L'incidente arriva a pochi giorni dall'annuncio del presidente russo Vladimir Putin del ritiro di parte del suo esercito dalla Siria, ma anche di quersto il Pentagono dubita, sostenendo che il ritiro non ci sarà.