Giovedì 18 Aprile 2024

Esodati, dito puntato contro il Tesoro: "Scippa i loro soldi per tagliare l’Imu"

Braccio di ferro col ministero del Lavoro. La Cgil: scelta drammatica

Esodati

Esodati

Roma, 11 settembre 2015 - BRACCIO di ferro tra Tesoro e Welfare sugli esodati. «I risparmi del fondo o li hanno già utilizzati per altro o anche con quelli stanno costruendo il tesoretto che servirà per coprire il taglio di Imu, Tasi e imposte varie. In entrambi i casi non si poteva fare perché la legge è chiara e quel fondo è vincolato». A dare corpo alla spiegazione più verosimile di quello che è considerato uno ‘scippo’ da politici di diversi schieramenti (a cominciare dal presidente dem della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano), sindacalisti e diretti interessati, è proprio uno dei tecnici che siedono al tavolo congiunto Mef-Ragioneria-ministero del Lavoro e Inps: il tavolo che dovrà emettere il verdetto finale nei prossimi giorni.

E l’indice del tecnico è tutto puntato nella direzione di Via XX Settembre, da dove è venuto lo stop sia per la settima salvaguardia per i lavoratori esodati rimasti fuori da tutte le sei precedenti sia per la cosiddetta ‘opzione donna’, la possibilità prevista per le lavoratrici di andare in pensione anticipata ma con il calcolo interamente contributivo dell’assegno.

IL GIORNO dopo il doppio veto della Ragioneria generale dello Stato e del Mef anche sugli interventi più urgenti in materia previdenziale, a mobilitarsi sono i sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un presidio per martedì 15 settembre davanti al ministero dell’Economia. La rete dei numerosi comitati esodati presenti in tutte le città italiane o quasi non ha mai smobilitato e si appresta anch’essa a tornare nella Capitale. Nel mirino di tutti c’è non solo il niet del ministero dell’Economia ma soprattutto la modalità del veto pronunciato dai tecnici della Ragioneria (contro il parere di quelli del ministero del Welfare). In pratica, la legge 228 del 2012, che ha istituito il Fondo esodati, ha vincolato le risorse alla tutela dei lavoratori ancora senza stipendio e senza pensione. E, dunque, i risparmi derivati dal minor impiego delle risorse del fondo – circa 500 milioni di euro – non posso essere incamerati dall’Economia ma devono essere destinati a ulteriori operazioni di tutela.

ESATTAMENTE la tesi sulla quale si fonda la proposta della Commissione Lavoro di Montecitorio per salvaguardare dai 23mila ai 49.500 lavoratori, a seconda delle diverse ipotesi in gioco. Quel che è certo è che contro la mossa del Mef si ritrova la maggioranza dei parlamentari e, per una volta, tanto Brunetta quanto la Camusso. «Si tratta di una scelta drammatica – accusa la leader della Cgil –. Questo la dice lunga su quali siano le priorità del Governo». E rincara: «L’ultimo ‘scippo’ sulle risorse originariamente appostate per far fronte al fenomeno degli esodati mostra tutte le difficoltà in cui si dibatte la finanza pubblica italiana».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro