Sabato 20 Aprile 2024

Errori e paure

di Ugo Ruffolo

ASSOLTI! Assolti?? Incredibile. Solo una così colossale serie di errori ed approsimazioni investigative e peritali poteva giustificarlo. Anche se era facile essere colpevolisti. I centonovanta errori denunciati dalla Bongiorno ci sono forse tutti. La ‘stranissima presenza di una medium’ durante gli interrogatori di polizia basterebbe da sola a squalificare un così singolare iter investigativo ed accusatorio. Le molteplici contraddizioni logiche (quello che interessa alla Cassazione) ed il traballare di indizi quali quelli del ‘gancetto del reggiseno’ fanno il resto. Amanda è così condannata a soli tre anni e per un altro reato. Meno di quanti ne avesse già scontati in carcerazione preventiva. Sospiro di sollievo: non dobbiamo chiedere l’estradizione. GIÀ, ma chi ce la dava? Anzi, la consapevolezza di non ottenerla quanto avrà spinto i giudici ad evitare il problema assolvendo? Amanda, prima condannata, poi assolta, poi di nuovo condannata ad oltre ventotto anni, vive negli Usa. È realistico pensarla estradata in Italia? Invocando o imponendo convenzioni o trattati, di riffa o di raffa, gli Usa sottraggono sempre i propri cittadini a giudici e carceri stranieri. Noi restiamo impantanati con i marò, e neppure riusciamo a farci estradare dal Brasile Cesare Battisti. Loro hanno sottratto alla nostra giurisdizione e poi assolti a casa propria tanto i loro piloti della strage del Cermis quanto il soldato che, in Iraq, uccise Calipari e ferì la Sgrena, frustrando persino le nostre speranze di vederci estradare l’agente Cia che, in piena Milano, aveva rapito Abu Omar. AMANDA oggi ventottenne, quasi sposa e madre, e giornalista a Seattle. L’opinione pubblica americana da sempre feroce contro questo processo, la difenderebbe a spada tratta. Nell’estradizione comunque l’ultima parola è decisione politica sia nel chiederla che nel concederla. L’assoluzione ha tolto le castagne dal fuoco ad entrambi i Paesi evitando sia insostenibili bracci di ferro che brutte figure (soprattutto per l’Italia).

di Ugo Ruffolo