Giovedì 18 Aprile 2024

Embrione umano record, cresce in provetta per 13 giorni

La novità. Finora i biologi si arrendevano al settimo giorno poi procedevano all'impianto in utero. Staminali e fecondazione medicalmente assistita. Cinque domande a Veronica Bianchi, senior embryologist ESHRE intervista

Estrazione di un campione di gameti in una banca del seme (Ansa)

Estrazione di un campione di gameti in una banca del seme (Ansa)

Roma, 4 maggio 2016 - Per la prima volta al mondo un embrione umano è stato sviluppato in provetta fino a 13 giorni. Lo stop al 14° giorno è in linea con le raccomandazioni internazionali. Si aprono così nuovi sviluppi nella ricerca sulle cellule staminali, ma anche per lo studio di come l'embrione si impianta in utero e delle primissime fasi di malattie come la sindrome alcolica fetale e l'autismo.

L'esperimento della Rockefeller University di New York, pubblicato su Nature, coordinato da Ali Brivanlou, primo autore l'italiana Alessia Deglincerti, ha riprodotto in laboratorio il processo con cui l'embrione attecchisce nel grembo materno e aiuterà a comprendere perché in molti casi il prodotto del concepimento non aderisce alle pareti dell'utero e la gravidanza non si instaura.

Il secondo studio, pubblicato su Nature Cell Biology e condotto da un gruppo dell'Università di Cambridge coordinato da Magdalena Zernicka-Goetz, ha osservato direttamente come l'embrione si organizza nell'arco di tempo compreso fra lo stadio in cui si formano le cellule staminali a quello che avviene dopo l'impianto in utero.

Abbiamo rivolto a Veronica Bianchi, senior embryologist ESHRE, direttore del Laboratorio Casa di Cura Città di Udine (www.futureforfamily.it) cinque domande per capire meglio l'elemento di novità riportato nei lavori dei due gruppi anglosassoni in tema di genetica.

1) Dottoressa Bianchi, sviluppare un embrione in provetta fino a 13 giorni è un fatto eccezionale?

«Con le condizioni di coltura corrette è una procedura fattibile».

2) Chiunque lo potrebbe fare?

«Un laboratorio attrezzato sì».

3) Perché non l'avevano fatto finora?

«Perché è un settore che è partito (soprattutto nei paesi più liberali) quando c'è stata più apertura verso le staminali».

4) La legge italiana lo consentirebbe?

«No, non si possono usare embrioni per la ricerca».

5) All'estero era possibile. Perché l'hanno fatto?

«Per capire meglio i meccanismi legati all'impianto, alla differenziazione cellulare, e per la creazione di nuove linee di staminali».