Elezioni Usa, Trump presidente non affonda le Borse

Wall Street parte bene, poi innesta rally nei listini, Dow Jones record. L'Europa chiude in positivo. Piazza Affari perde, ma solo lo 0,1%. Affonda Tokyo, giù le asiatiche

Trump presidente, Wall Street e le altre Borse positive (Afp)

Trump presidente, Wall Street e le altre Borse positive (Afp)

New York, 9 novembre 2016 - La vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa 2016 ha portato volatilità ai mercati. Gli investitori temono ripercussioni sul fronte economico, del commercio e dell'immigrazione. Ma il temuto tracollo, alla fine, non c'è stato. Anzi, è stata una seduta caratterizzata dagli acquisti. Wall Street, ha aperto contrastata ma poco mossa, poi ha innescato un rally dei listini americani fino alla chiusura con il Dow Jones, che dopo aver toccato un nuovo record, sale dell'1,39% a 18.587,60 punti, e il Nasdaq che avanza dell'1,11% a 5.251,07 punti. L'avvio incoraggiante di New York ha sostenuto l'inversione di tendenza degli indici europei, che hanno virato in positivo. Piazza Affari alla fine ha chiuso praticamente in parità. in perdita solo dello 0,1% a 16.799 punti. Nel corso della seduta, la Borsa di Londra ha azzerato l'effetto legato alle elezioni Usa; la Piazza inglese ha chiuso in crescita dell'1% a 6.911 punti. Parigi +1,49%. Francoforte +1,5%. Insomma, è stata una seduta con un ampio e inaspettato segno più.

LA GIORNATA - Il discorso conciliante del miliardario, che ha lanciato un appello all'unità del Paese dopo una campagna elettorale velenosissima, sembra aver rasserenato in parte gli animi. A tranquillizzare gli investitori è stata inoltre la maggioranza conquistata dai Repubblicani sia alla Camera dei Rappresentanti che al Senato, che dovrebbe garantire stabilità al governo. E' inoltre possibile supporre che le fibrillazioni sui circuiti italiani e spagnoli siano dovuti in parte all'approssimarsi del referendum costituzionale in Italia, che i mercati attendono con preoccupazione. A Francoforte e a Parigi brillano i siderurgici (ThyssenKrupp segna +3,7%, ArcelorMittal +10,4%) e soffre il comparto auto (Volkswagen -2,4%, Renault -2,1%), per il timore che l'orientamento protezionista di Trump favorisca i costruttori americani sul mercato interno. Poco ispirati gli energetici sulla scia del ribasso del prezzo del greggio. Che l'atmosfera rimanga di avversione al rischio è evidente dall'ottimo andamento dei farmaceutici, titoli rifugio per eccellenza (Merck +4,70%, Astrazeneca +2,53%). Colpisce piuttosto, con le eccezioni di cui si è detto di alcune banche italiane e spagnole, la solida performance del settore del credito, che riflette i guadagni dei finanziari a Wall Street. Tra i migliori Barclays (+3,7%), Deutsche Bank (+3,4%), Bnp Paribas (+3,2%) e SocGen (+4%).

ASIA - Le elezioni Usa producono invece un crollo delle Borse asiatiche, a partire da quella di Tokyo che chiude a - 5,36% con l'indice Nikkei a quota 16,251.54. Perdite più contenute per Shanghai e Shenzhen -0,6% mentre Seul chiude a -2,2% e Hong Kong a -1,65%. 

PAURA IN MESSICO - Apertura negativa invece per la Borsa del Messico all'indomani delle elezioni Usa. Il listino principale lascia sul terreno il 2,47%. A pesare sul morale degli investitori sono in particolare le posizioni protezionistiche assunte da Trump in campagna elettorale e in particolare le sue critiche al Nafta (North American Free Trade Agreement), l'accordo di libero scambio firmato del 1992 tra Usa, Canada e Messico

ORO ED EURO - Effetto elezioni Usa anche sull'oro, che subito dopo la sconfitta di Hillary aveva spiccato il volo: il bene rifugio per eccellenza è arrivato a salire del 4%, per poi ripiegare a 1.305 dollari l'oncia con una crescita rispetto a ieri dell'1,7% Il voto negli Usa mette le ali all'euro, ma durante la giornata il dollaro torna a rafforzarsi. Contro lo yen la moneta unica scambia a 114,87. 

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