Elezioni Usa 2016, quando si vota e a che ora si saprà il vincitore

Fino a lunedì notte sia Hillary che il tycoon saranno sul palco per convincere gli americani. Lo spoglio dei voti scatterà martedì alle 7 di sera (l'1 del mattino in Italia) Elezioni Usa, segui la diretta

La candidata democratica Hillary Clinton (Afp)

La candidata democratica Hillary Clinton (Afp)

New York, 7 novembre 2016 - Prima di tutto il tempo. Sarà soprattutto quello a determinare, nelle elezioni Usa, l’affluenza e le code ai seggi che si fermeranno soltanto quando l’ultimo della fila sarà riuscito a votare. Il tormento vero, con i candidati fino all’ultimo separati solo dal margine d’errore, inizierà già alle 7 di sera di martedì (l’1 del mattino in Italia) quando sarà iniziato lo spoglio dei primi Stati della Costa Atlantica che includono la Georgia sorprendentemente contesa e l’Ohio considerato uno degli spartiacque storici per la Casa Bianca. L’Ohio è una speranza che si va rafforzando per Trump, mentre la Georgia dei sondaggi e del voto anticipato sta favorendo Hillary.

Elezioni Usa, quando si saprà il vincitore / Cronotabella

Saranno però la Florida e la Pennsylvania a caratterizzare la notte elettorale mentre in California e Nevada la gente sta ancora votando. Hillary grazie al ritrovato voto ispanico e asiatico sembra in leggero vantaggio nello Stato 'del sole' e se questo si traducesse anche in una vittoria di misura, la corsa per la Casa Bianca sarebbe già finita. Trump senza quei 29 voti elettorali avrebbe perso la sfida della sua vita permettendo alla prima donna nella storia di sedersi sulla poltrona di Abraham Lincoln. Nel giro di pochi minuti intorno alle 3.30 del mattino in Italia però, anche il North Carolina e la Pennsylvania potrebbero avere pronto il verdetto. E se questi e non la Florida fossero per Hillary, lei avrebbe vinto ugualmente.

 "Trump silenziato dal suo staff su Twitter"

REBUS ELETTORALE - Le ultime ore di battaglie e di comizi però sembrano indicare che tutti i precedenti per queste elezioni del 2016 potrebbero non valere più, perché le mappe geopolitiche dei 50 Stati sembrano cambiate significativamente e si registrano forti oscillazioni nei sondaggi a favore del candidato repubblicano ad esempio in Ohio e Wisconsin, mentre la Clinton sembra aver fatto breccia in Arizona e Nevada da decenni dominio dei repubblicani. L’ultima variante che infine sta disorientando i sondaggisti riguarda gli oltre 38 milioni di americani che hanno già votato anticipatamente, dalla Florida all’Iowa, dalla Carolina del Nord al Maine.

Fino a lunedì notte sia Hillary che Trump saranno sul palco. Barack e Michelle Obama raggiungeranno la Clinton in Pensylvania per il gran finale, mentre Trump sarà circondato da tutta la famiglia e farà un’ultima puntata nella decisiva Florida prima di spostarsi all’Hilton di New York martedì sera, non solo per votare in tempo ma per partecipare a quello che la sua campagna ha già ribattezzatto "il party della vittoria".

Oltre a eleggere il presidente degli Stati Uniti per i prossimi 4 anni, martedì 8 novembre  l’America rinnoverà anche i 435 deputati della Camera che rimangono in carica 2 anni oltre a 34 dei 100 senatori che compongono il Senato e che hanno invece un mandato di 6 anni.

Ma nelle enormi schede che variano da Stato a Stato oltre a senatori, deputati governatori e giudici, si rinnoveranno anche a livello statale consiglieri e super sceriffi come l’ultra conservatore Joe Arpaio nella contea di Maricopa in Arizona grande sostenitore di Trump sulla cacciata degli immigrati che per la prima volta in un quarto di secolo però è in svantaggio contro il suo rivale democratico dopo essere stato mandato sotto processo per "abuso di potere".

Infine i referendum. Ce ne sono una trentina nei 50 Stati, dal controllo delle armi all’aumentao della paga oraria, dall’allargamento del diritto di voto all’estensione degli asili nido. Ma quello più noto di tutto è legatomalla legalizzazione della marijuana così come è già avvenuto in Colorado,Oregon, Alaska, Washington e District of Columbia . Altri 5 lo richiedono e tra questi California, Arizona e Maine. Per farlo passare sarà decisivo il voto dei millennials.

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