Elezioni comunali, liste-civetta contro Fassina e Vendola. I piani segreti di Renzi

Civiche di sinistra a Torino e Bologna per indebolire i ribelli

Renzi e Pisapia (Ansa)

Renzi e Pisapia (Ansa)

Roma, 10 dicembre 2015 - L’APPELLO dei tre sindaci arancioni di Milano, Cagliari e Genova a Matteo Renzi perché torni a puntare sull’alleanza con Sel, viene accolto positivamente da gran parte del Pd, ma è indirettamente stroncato dal premier. Renzi, infatti, nella sua e-news di ieri sera, si scaglia contro le regole delle primarie, le correnti e gli stessi dirigenti Pd. A Renzi, di Sel, interessa davvero poco e ha già pronta una nuova arma per farla fuori. Si tratta di una lista civica di sinistra a sostegno del candidato dem, capace di svuotare il partito di Nichi Vendola, a partire da Torino e Bologna.

IERI, la mattinata politica del centrosinistra si è aperta con una lettera di Giuliano Pisapia, Massimo Zedda e Marco Doria. I tre amministratori, partendo dai risultati delle regionali francesi che hanno visto il boom di Marine Le Pen e una sinistra debole e divisa, hanno scritto che "in un momento così difficile e complesso" è "necessario ritrovare quell’unità aperta e larga del centrosinistra che, sola, può ridare fiducia alle cittadine e ai cittadini italiani". E "per far questo è indispensabile ripartire dalle forze politiche che, insieme al civismo autentico, compongono, in gran parte d’Italia, il centrosinistra e che, con differenze ma unità di intenti, hanno saputo vincere e governare. Quelle forze sono principalmente il Pd, perno e componente maggioritaria, e Sel". Un appello accolto positivamente da buona parte degli esponenti Pd, tra cui Gianni Cuperlo: "Quella è la strada da seguire. Il Pd è un grande partito e proprio per questo ha la responsabilità di costruire un campo largo del centrosinistra. Sia un vista delle amministrative di primavera che delle politiche. Nessuno è autosufficiente, neanche il Pd".

APRE anche il renziano Ettore Rosato: "Ci teniamo moltissimo a questa unità del centrosinistra". Tutto bene, quindi? Niente affatto. Renzi non si fida e ha in testa un altro schema, studiato dopo lo sgambetto della sinistra alle regionali della Liguria e messo a punto qualche settimana fa con Piero Fassino, il candidato che ha la sfida più difficile da affrontare. A Torino, oltre alla candidata M5S Chiara Appendino molto quotata, si presenta anche il parlamentare di Sel Giorgio Airaudo, proprio con la stessa strategia ligure di far perdere il Pd. Soltanto che nel frattempo segretario Pd e sindaco uscente hanno preparato la contromossa con una lista civica fortemente di sinistra, che dovrebbe essere guidata dall’assessore Gianguido Passoni, molto forte proprio in quell’area. E ne dovrebbe nascere una anche a Bologna dove il nome che circola al Nazareno è quello dell’assessore al Welfare Amelia Frascaroli, che però fino a qualche mese fa non era interessata ad alcun progetto, ma ultimamente si è molto avvicinata al sindaco Virginio Merola.

FORTE di questa strategia - non ancora nota a tutti nel Pd -, prima il vicesegretario Lorenzo Guerini boccia l’appello perché "va rivolto in primo luogo ad altri, a chi, segnatamente Sel, ha deciso, come ribadito anche oggi, di non confermare l’alleanza in alcune città che andranno al voto". In serata poi arriva la stroncatura dello stesso premier: "Anziché parlare di divisioni e litigi i dirigenti del Pd dovrebbero fare uno sforzo maggiore per comunicare ciò che stiamo facendo. Altro che regole delle primarie e discussioni correntizie: abbiamo risultati concreti da offrire". Segno che a lui più che tornare insieme, ha sposato la nuova strategia ammazza-Sel.